di Fabio Belli
Ieri, 14 dicembre, il consigliere per la Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti, Jake Sullivan, ha incontrato il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu.
“Non crediamo che sia giusto o abbia senso per Israele occupare Gaza a lungo termine. Alla fine, il controllo e l’amministrazione di Gaza e la sua sicurezza devono passare ai palestinesi”, ha detto Sullivan.
Secondo quanto affermato dal luminare di scienze politiche all’Università arabo-americana in Palestina, Ayman Yousef, la visita di Jake Sullivan sarebbe motivata dalle difficoltà che Israele starebbe incontrando a Gaza. Il professore, intervistato da Sputnik, ha affermato inoltre che l’amministrazione Biden, probabilmente preoccupata per motivi elettorali, starebbe cercando di bilanciare la sua precedente rigida politica filo-israeliana.
Non a caso, Sullivan ha incontrato oggi a Ramallah anche Il presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen, il quale ha intimato l’intervento di Washington per obbligare Israele a fermare la sua aggressione, chiedendo un cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza, oltre all’ingresso di aiuti umanitari e di carburante nell’enclave.
Ma nonostante tutto, Tel Aviv ha continuato anche oggi a bombardare. Secondo le autorità locali, attacchi aerei sull’enclave palestinese avrebbero ucciso decine di persone. Altre offensive sono state dichiarate da parte delle forze armate israeliane anche a nord del paese contro presunti obiettivi di Hezbollah.
Intanto gli attacchi degli Houthi yemeniti contro le navi nel Mar Rosso, in risposta al massacro israeliano, stanno spingendo molti armatori o compagnie di trasporto marittimo a valutare la circumnavigazione dell’Africa. Tra queste figura la danese Maersk che ha visto schizzare in alto le proprie azioni del 7% per la conseguente aspettativa di costi di trasporto più elevati sul mercato.