di Fabio Belli
Ieri, 3 dicembre, un attacco degli Houthi yemeniti avrebbe preso di mira una serie di navi statunitensi nel Mar Rosso.
È quanto riporta l’Associated Press, secondo la quale l’attacco, iniziato alle 9:15 ora locale, avrebbe dapprima colpito con missili due navi commerciali battenti bandiera panamense. La fonte dell’agenzia è il Pentagono, tramite il cacciatorpediniere della Marina USS Carney. La nave militare, nel prestare soccorso a quelle commerciali, avrebbe dovuto abbattere anche alcuni droni in transito vicino alla propria rotta. Le offensive non avrebbero comunque causato seri danni o vittime.
Il portavoce militare degli Houthi, generale Yahya Saree, ha rivendicato due degli attacchi di domenica, senza tuttavia menzionare alcuna nave da guerra statunitense. “Le forze armate yemenite continueranno a impedire alle navi israeliane di navigare nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden finché non si fermerà l’aggressione israeliana contro i nostri fedeli fratelli nella Striscia di Gaza”, ha detto Saree che ha identificato la prima nave come Unity Explorer, di proprietà di una società britannica tra le quali figura l’ufficiale israeliano Dan David Ungar. Mentre l’altra imbarcazione colpita sarebbe collegata alla Bernhard Schulte Shipmanagement.
Se da parte yemenita c’è una chiara azione di ritorsione verso il governo di Tel Aviv, da parte statunitense sembra esservi un tentativo di innescare un casus belli simile al presunto incidente del Tonchino, dalle nefaste conseguenze, avvenuto in acque vietnamite nell’agosto del 1964.