di Gionata Chatillard
L’offensiva palestinese dello scorso 7 ottobre non ha cambiato l’opinione di Yuval Noah Harari riguardo al Governo di Benjamin Netanyahu. Il filosofo israeliano, considerato da molti l’ideologo di Davos, aveva già duramente criticato il suo primo ministro la scorsa estate. In quel caso, nel mirino dello scrittore globalista c’era la riforma della Giustizia voluta dal premier. Una riforma che secondo Harari rischierebbe di far cadere il paese in un’aperta dittatura, nella quale le elezioni diventerebbero “un mero rituale autoritario”.
“Il Governo israeliano non capisce cosa significhi la democrazia”, aveva dichiarato all’epoca il filosofo, che oltre a flirtare con il World Economic Forum è anche uno dei guru che vanno di moda nella Silicon Valley, con più di 45 milioni di libri venduti negli ultimi anni. Una popolarità che continua a sfruttare come può per mettere i bastoni fra le ruote a Netanyahu e alla sua coalizione, composta -secondo lui- da una banda di “zeloti messianici” fermamente convinti della “supremazia ebraica”. Un’ideologia, aggiunge Harari, che “pretende di annettere i territori occupati senza però concedere la cittadinanza ai palestinesi”.
L’intellettuale israeliano, d’altronde, considera un grave errore quello di aver imposto l’embargo a Gaza. Le mosse di Netanyahu avrebbero in questo senso contribuito a trasformare la Striscia in una “base terroristica”. Il problema, spiega Harari in un’intervista pubblicata dal quotidiano spagnolo El País, è che il primo ministro “ha sistematicamente anteposto i suoi interessi personali a quelli nazionali”, mettendosi a capo di una “coalizione di fanatici, furfanti e opportunisti” che hanno continuato ad accaparrarsi potere fino ad arrivare a comandare una delle macchine militari più formidabili del mondo, dotata di bombe nucleari e armi informatiche avanzate”. Una coalizione che, a detta del filosofo globalista, rischia adesso di condannare il paese a “una guerra senza fine”, dal momento che “la via della pacificazione” -puntualizza lo stesso Harari- “potrà essere raggiunta solamente fornendo ai palestinesi una vita dignitosa nella propria patria”.