di Fabio Belli
Nel contestare l’operazione statunitense Prosperity Guardian, Hezbollah ha puntato il dito anche contro l’Italia.
Intervenendo davanti a una folla di seguaci in Libano, il numero due del movimento, Naim Qassem, ha etichettato il fu Belpaese come parte di una “coalizione del male” avente, a suo dire, il solo scopo di proteggere gli interessi di Israele nel Mar Rosso. “E’ necessario fare fronte comune contro la coalizione del male rappresentata da America, Israele, Francia, Gran Bretagna, Italia e Germania con la coalizione del bene delle forze della resistenza anti-israeliana in Palestina, Libano, Iran, Yemen e Iraq”, ha detto Qassem.
L’avvertimento della milizia sciita rappresenta un altro campanello d’allarme del rischio di allargamento del conflitto nel Medio Oriente che ha sullo sfondo non solo il massacro a Gaza, ma anche lo scenario di una “guerra ombra” tra Iran e Occidente.
Oltretutto, nonostante l’attenzione di Washington sia concentrata sul fronte yemenita per cercare di neutralizzare gli attacchi degli Houthi, l’Italia ha di stanza in Libano più di mille uomini impegnati sia nella missione Unifil delle Nazioni Unite, sia nell’operazione bilaterale Mibil.
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