di Fabio Belli
Hunter Biden, figlio secondogenito del presidente degli Stati Uniti, si dichiarerà colpevole di possesso illegale di armi da fuoco e di evasione fiscale.
È quanto scrive il quotidiano “Washington Post”, venuto in possesso dei documenti depositati nel tribunale del Delaware, Stato di cui è originaria la famiglia Biden.
L’accordo, raggiunto con la procura federale e che dovrà essere approvato da un giudice, consentirà al 53enne Hunter di non finire dietro le sbarre per i reati commessi tra il 2017 e il 2018. Reati che prevedono evasione dell’imposta federale sul reddito per circa 1,2 milioni di dollari e l’aver nascosto l’uso di cocaina, da lui stesso ammessa in seguito, in occasione dell’acquisto di una pistola.
Le accuse fiscali comporterebbero condanne fino a un anno di reclusione ciascuna, mentre per le armi da fuoco il massimo sarebbe 10 anni. Tuttavia il comitato di sorveglianza della Camera degli Stati Uniti, secondo le parole del portavoce repubblicano James Comer, ha fatto sapere che continuerà la sua indagine sulla presunta corruzione da parte della famiglia per quanto riguarda i legami con la società ucraina Burisma.
Nel frattempo il padre Joe, intervenuto ad una riunione a San Francisco con i massimi esperti di IA, incalzato da alcune domande dei giornalisti su Hunter, ha risposto:
“Sono molto orgoglioso di mio figlio”.