di Gionata Chatillard
Che le armi teoricamente destinate all’Ucraina finiscano spesso in mano di sconosciuti non è un mistero. Lo stesso, però, succede anche con i satelliti di Elon Musk, che pur essendo ufficialmente venduti solo a determinati paesi, vengono in realtà utilizzati da chiunque possa permetterselo.
A rivelarlo è un’inchiesta di Bloomberg. La testata statunitense ha raccolto numerose testimonianze in giro per il mondo volte a dimostrare come l’impiego di Starlink a livello globale vada ben oltre quelli che sono i dati ufficiali comunicati da SpaceX. Per poter connettersi alla rete di Musk pare infatti sia sufficiente comprare un terminale satellitare sul mercato nero. Questo è ciò che succede, per esempio, in Venezuela, paese sotto sanzioni statunitensi al quale Starlink non presta ufficialmente servizio. Ma i casi di cui parla Bloomberg spaziano in realtà dallo Yemen al Sudan, coinvolgendo in genere paesi che non dispongono di una rete internet particolarmente affidabile. Motivo per cui un numero sempre maggiore di compagnie private -ma anche di gruppi armati più o meno regolari- decide di risolvere i propri problemi di comunicazione sfruttando illegalmente i satelliti di Musk.
A sollevare la questione ci aveva pensato poche settimane fa l’Ucraina, accusando le truppe russe di usare Starlink in modo ormai “sistematico”. Sia Mosca che SpaceX avevano subito smentito tutto, sostenendo che non c’è mai stato nessun accordo commerciale fra l’azienda di Musk e il Cremlino. Un altro paio di maniche, però, è ciò che succede dietro le quinte, dove sembra sia semplicemente impossibile impedire la diffusione incontrollata di Starlink. Alcuni paesi, come il Kazakistan, hanno infatti provato a limitarne l’uso illegale, ma l’unico risultato che hanno ottenuto è stato quello di aver fatto aumentare i prezzi dei terminali satellitari nel mercato nero. Terminali che quindi continuano ad essere utilizzati in mezzo mondo senza che SpaceX ne sappia nulla, né sia tenuta a rendere conto a nessuna autorità di quali siano gli utilizzatori finali dei suoi servizi.