di Domenico D’Amico
Le esercitazioni congiunte fra Cina e Pakistan, precedute da quelle tra Russia e Myanmar, hanno avuto grande risalto sui media nazionali come anche su quelli internazionali. Queste ultime hanno avuto luogo tra il 7 e il 9 novembre nel Mar delle Andamane, al largo del Myanmar: questa esercitazione è importante per la Russia in quanto rappresenta una sorta di piede nella porta che la Russia mette nell’Oceano Indiano, specie in quella zona considerata dagli Stati Uniti di cruciale importanza e dove è forte la presenza americana a presidiare il fondamentale punto di passaggio o collo di bottiglia marittimo (in inglese choke point) dello Stretto di Malacca. Nei colloqui tra India e Stati Uniti del 10 novembre si è infatti discusso anche della sicurezza dell’Oceano Indiano, che nel linguaggio americano vuol dire il loro controllo su di esso; la dichiarazione congiunta a seguito dei colloqui tra ministri degli esteri dei due paesi ne è testimonianza.
Le esercitazioni fra Cina e Pakistan sono invece ancora in corso nel Mar Arabico, e finiranno il 17 novembre. Riporta il Global Times, quotidiano cinese in lingua inglese, che “la Cina e il Pakistan hanno interessi comuni nel salvaguardare congiuntamente le rotte marittime strategiche in regioni come l’Oceano Indiano, dove la pirateria, il terrorismo e altre attività pericolose rappresentano una minaccia per il trasporto marittimo di energia e merci.” Al di là delle dichiarazioni, il mar Arabico è il mare di sbocco di altri due fondamentali choke points delle rotte marittime commerciali del pianeta: lo stretto di Hormuz, decisivo per i passaggi delle petroliere provenienti dal Golfo Persico, e poi lo sbocco del Mar Rosso ovvero lo stretto di Bab El Mandeb e quindi a monte anche del canale di Suez, altro snodo marittimo fondamentale.
Non a caso la Marina americana si è dispiegata velocemente, approfittando della crisi medio-orientale, tra mediterraneo, Mar Rosso e Golfo Persico, con potenti mezzi aggiuntivi ovvero un sommergibile nucleare e la portaerei Eisenhower, con tutto il seguito che accompagna questa tipologia di mezzi marittimi.
Chi controlla i choke points, controlla i commerci marittimi e quindi il commercio mondiale, che per l’80% avviene via mare. Questi quattro choke points sono fondamentali per le rotte commerciali tra est e ovest e come gli altri quattro snodi del pianeta (Panama, Gibilterra, Dardanelli e Capo di Buona Speranza) al momento sono tutti sotto il controllo americano/inglese, che da potenze marittime quali sono ne fanno uno dei loro punti di forza per il controllo dell’economia-mondo..
Ma qualcosa forse si muove, e le esercitazioni appena dette ne danno testimonianza; probabilmente si parlerà anche di questo nei colloqui in corso al summit in corso a San Francisco, in special modo nei colloqui tra Cina, Russia e Stati Uniti.