di Margherita Furlan e Fabio Belli
L’Arabia Saudita non parteciperà alla conferenza sull’Ucraina del 15 e 16 giugno in Svizzera a causa dell’assenza della Russia.
Il principe ereditario, Mohammed bin Salmàn, avrebbe risposto picche a Volodymir Zelensky la cui visita a Jeddah sarebbe stata rinviata a data da destinarsi.
Nonostante le presunte titubanze del Regno all’adesione ai BRICS, la mossa di Riyad segna ancora una volta un distacco dalle narrative Occidentali. Sulla stessa lunghezza d’onda può dirsi il Bahrein. Il re Hamad bin Isa Al-Khalifa ha espresso il desiderio di rafforzare i legami con la Russia a seguito della visita a Mosca di una settimana fa e ha annunciato l’istituzione di un partenariato strategico globale tra i due paesi.
L’annuncio è avvenuto durante la visita del re in Cina -la prima dopo undici anni- in occasione del 35° anniversario dall’instaurazione dei rapporti diplomatici tra i due paesi. Pechino si è detta pronta a sostenere gli sforzi del Bahrein a salvaguardia della sovranità nazionale. In sostegno al percorso di sviluppo indipendente del paese Pechino intende infatti rafforzare anche la cooperazione col paese arabo nei settori dell’energia, dei trasporti e dell’economia digitale, nonché ottenere maggiori risultati nella Nuova Via della Seta. D’altronde, alla 21esima edizione dello Shangri-La Dialogue, il massimo vertice sulla sicurezza dell’Asia-Pacifico che si è svolto da venerdì a domenica a Singapore alla presenza di oltre 500 delegati dal settore della difesa, la Cina è stata chiara: “Dall’Afghanistan all’Iraq, dall’Ucraina a Gaza, tutte queste crisi e conflitti sono il risultato dei doppi standard egoici degli Stati Uniti. I fatti hanno dimostrato che gli Stati Uniti sono la principale fonte di caos nell’ordine internazionale.”