di Elisa Angelone
Il nuovo sistema di credito sociale con cui devono fare i conti le imprese (e i cittadini) occidentali è intriso di ideologia woke.
Se al momento in Europa questo sistema, già in parte sdoganato, è ancora perlopiù ammantato di green, oltreoceano, invece, vera fucina di idee “politicamente corrette”, il sistema di credito sociale in base al quale vengono valutate le singole aziende ha già i colori dell’arcobaleno. Si tratta, nello specifico, del cosiddetto Corporate Equality Index (CEI) lanciato e supervisionato dalla Human Rights Campaign, ovvero la maggiore associazione LGBT degli Stati Uniti che gode, guarda caso, dei generosi finanziamenti della Open Society di George Soros. Tramite il CEI, l’associazione in questione attribuisce un punteggio alle imprese sulla base dei loro sforzi di “inclusione” nei confronti della comunità LGBT e del loro impegno per la “giustizia sociale” – altro termine, quest’ultimo, col quale si maschera la cultura della cancellazione, risultato ultimo del vittimismo dilagante tra le cosiddette “minoranze”.
Sono 5 i pilastri su cui la HRC basa le sue valutazioni – pilastri che si diramano in una fitta lista di indicazioni comprendenti, ad esempio, “piani di copertura sanitaria inclusivi”, programmi di formazione interna sui temi legati alla diversità di genere e all’orientamento sessuale, “pratiche inclusive” per la tutela dei dipendenti transgender, “sforzi di assunzione di personale LGBT” e via di questo passo.
Le aziende sono valutate su una scala da 0 a 100 – il punteggio massimo garantisce il pregiato titolo di “Migliore ambiente di lavoro per l’uguaglianza LGBT”.
Stando alle più recenti classifiche di Fortune, sarebbero molte le aziende americane ad aver ottenuto, nel 2022, un punteggio elevato che, scrive l’associazione, “è vantaggioso per il successo di un’azienda”. Questo perché le imprese con punteggio basso o che non aderiscono ai dettami woke (chiamati in neolingua “scopo sociale”) vengono automaticamente penalizzate a livello di visibilità, reputazione e investimenti. Per sopravvivere, quindi, gli imprenditori devono conformarsi alla nuova dittatura dell’inclusività.
Quasi scontato specificare come tra i principali sponsor di questo sistema ricattatorio figuri anche BlackRock, iniziatore dei “criteri di sostenibilità” anche noti come ESG, di cui appunto il CEI altro non è che un riflesso a tinte arcobaleno.