di Elisa Angelone
Ieri, 7 maggio, alla vigilia della Giornata della Vittoria, il mondo intero mondo si è mobilitato per rendere omaggio ai soldati dell’Armata Rossa e a tutti coloro che hanno contribuito a sconfiggere i nazisti nella Seconda guerra mondiale o, come viene chiamata in Russia, Grande guerra patriottica. Dall’Italia alla Cina, dalla Germania alla Tunisia, dal Giappone al Libano, e poi ancora in Mongolia, Francia, Spagna, Grecia, Turchia e Sud America i cittadini si sono riuniti in corteo portando in le foto dei propri cari caduti durante la guerra, la bandiera russa e il nastro di San Giorgio, ma anche le foto di quanti sono morti in Donbass combattendo contro i neonazisti di Kiev. Sullo sfondo del conflitto in corso, la marcia del Reggimento Immortale, bandita in Ucraina, Polonia e nei Baltici, ha preso vita con due giorni di anticipo, a riprova di quanto il ricordo di chi ha perso la vita per liberare l’Europa dal nazismo -quell’Europa che ora, invece, lo sponsorizza- sia più vivo che mai.
A Roma alla manifestazione del Reggimento Immortale hanno preso parte oltre 200 persone, tra cittadini russi, italiani e ucraini, che hanno sfilato insieme accompagnati dal sottofondo di canzoni sovietiche rendendo omaggio non solo ai soldati dell’Armata Rossa, ma anche alla resistenza antifascista italiana.
“L’impresa degli eroi antifascisti ha fornito all’Europa decenni di esistenza pacifica”, ha commentato l’incaricato d’affari russo in Italia, Mikhail Rossiyskiy, per il quale ora “stiamo assistendo alla rinascita del vecchio nemico”.
A Parigi la polizia ha dovuto allontanare dal corteo provocatori inneggianti slogan anti-russi.
Le immagini delle manifestazioni sono state riprese da tutti i media russi. Quasi a compensare le celebrazioni che sono state invece in gran parte ridimensionate in molte zone della Russia per motivi di sicurezza. I recenti attentati sul territorio della Federazione e l’inasprirsi del conflitto con Kiev e l’Occidente collettivo hanno senz’altro spinto le autorità russe ad agire con premura per evitare disordini interni.
Nel frattempo, in quel di Kiev, Zelensky ha firmato un decreto per fare del 9 maggio la “Giornata dell’Europa”, ma a Berlino la bandiera rossa della Vittoria è tornata a sventolare sul Reichstag, oggi Bundestag, il parlamento tedesco. L’azione è stata compiuta da sconosciuti, in segno di protesta contro l’ondata di russofobia e di revisionismo storico in atto, oltre che per rendere onore ai martiri sovietici.
Sulla Piazza Rossa, invece, tutto è pronto per domani, dove si celebrerà il 78esimo anniversario della Vittoria sul nazifascismo. Secondo quanto riferiscono i media russi, gli unici leader stranieri presenti all’evento saranno i presidenti di Armenia, Bielorussia, Kazakistan, Kighizistan, Tagikistan e Uzbekistan. Il presidente russo Vladimir Putin ha reso omaggio ai leader stranieri e ai popoli di Georgia e di Moldavia: “Oggi è nostro dovere morale mantenere le tradizioni di amicizia e assistenza reciproca lasciate in eredità dai nostri padri e nonni, e non permettere la distorsione della verità storica sulla Grande Guerra Patriottica, né la legittimazione dei nazisti, dei loro collaboratori e dei loro attuali successori ideologici”, riporta il Cremlino.