di Fabio Belli
Il ministero degli Esteri russo esorta la comunità internazionale a rispondere degli attacchi di Kiev contro l’impianto di Zaporozhye, che, secondo Mosca, non sono altro che atti di “terrorismo nucleare”.
Ad affermarlo è la portavoce della diplomazia russa, Maria Zakharova, secondo la quale “È sconsiderato affermare che gli attacchi non sono collegati al regime di Kiev, ma i paesi occidentali semplicemente non possono ammettere questo fatto ovvio”, afferma la portavoce che poi aggiunge, “non appena l’Occidente si renderà conto che gli attacchi sono stati effettuati dalle forze armate ucraine, il mito occidentale sull’Ucraina e su Volodymyr Zelenskyj andrà in pezzi”.
La Zakharova ha inoltre sottolineato che le nazioni occidentali “hanno creato un mostro con potenziali conseguenze che ora sono riluttanti a riconoscere. Sembra che si stiano facendo il lavaggio del cervello limitandosi solo a dire che gli incidenti pericolosi non dovrebbero ripetersi”, ha concluso la portavoce.
E se l’Occidente, Stati Uniti in primis, cerca di nascondere il “segreto di Pulcinella” sui responsabili dell’attacco a Zaporozhye, nulla può sull’occultamento dei mercenari statunitensi morti in Ucraina che, secondo un articolo di Sputnik, sarebbero quasi 500 e le cui tombe sarebbero disseminate nei vari cimiteri statunitensi con lo status di “soldati volontari”.
Nel frattempo, dal Medio Oriente si registra il solito inquietante botta e risposta fra Teheran e Tel Aviv. Dopo che il capo supremo iraniano, Ayatollah Ali Khamenei, aveva reiterato una punizione per Israele in merito all’attacco al consolato iraniano in Siria, il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, ha detto che il suo paese colpirà l’Iran se la Repubblica islamica attaccasse Israele dal suo stesso territorio. Un altro ministro israeliano, Yoel Smotrich, si era compiaciuto ieri di aver riportato la città di Khan Yunis all'”età della pietra”.