di Jeff Hoffman
Nessun nuovo fatto, non c’è altro da dire se non che tutto il caso è molto deludente, ha commentato in diretta sulla CNN l’esperta legale Carrie Cordero.
“Alvin Bragg sta tentando di interferire nel nostro processo democratico invocando la legge federale per lanciare accuse politicizzate contro il presidente Trump”, ha spiegato il portavoce della Camera, Kevin McCarthy. Le dichiarazioni, dal momento della lettura dei 34 capi di imputazione effettuata dal giudice Juan Merchan, si sono susseguite senza pausa svelando che, in poche parole, dietro all’incriminazione di Trump c’è lo strenuo tentativo del PD e dei suoi manovratori per fermare il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca.
La tesi dell’aspirante grande accusatore, il procuratore distrettuale di Manhattan, Alvin Bragg, è quella di un secondo grave reato che Donald Trump avrebbe cercato di nascondere commettendone altri, ma il teorema risulta a dir poco metafisico se non metaverso. Leggendo le carte che accompagnano l’atto d’accusa, tuttavia, emerge che dietro la falsificazione dei documenti societari si nasconderebbe un piano illegale per influenzare le elezioni del 2016. Semplificando, quindi, siamo passati dal ritornello delle influenze russe a quello delle influenze trumpiane.
“Se Trump è colpevole lo è anche Hillary Clinton, che ha commesso lo stesso reato nello stesso momento e nello stesso Stato”, ha dichiarato l’ormai noto senatore repubblicano del Texas Ted Cruz, non certo amico dell’ex presidente Donald Trump ma, anche lui, già in campagna elettorale.
Intervenendo da Mar-a-Lago, intanto, l’ex presidente Donald Trump ha messo in guardia la popolazione in merito al declassamento che l’economia statunitense sta subendo a causa delle scellerate scelte belligeranti dell’amministrazione Biden.
“La nostra valuta sta crollando e presto non sarà più lo standard mondiale” ha spiegato Trump, per poi aggiungere che anche mettendo insieme i peggiori 5 presidenti della storia statunitense, non si riuscirebbe a raggiungere la quantità di danni procurati dall’amministrazione Biden.
Bill Clinton, altro ex presidente degli Stati Uniti, nel frattempo, rispondendo a un’intervista sulla rete irlandese RTE, si è detto profondamente pentito per aver convinto nel 1994 l’allora governo di Kiev a rinunciare agli armamenti atomici.
Dal canto suo, l’ex presidente Donald Trump ha nuovamente ribadito che l’unica colpa di cui si auto accusa è quella di aver difeso la nazione da coloro che vogliono distruggerla.
Lo spettacolo, in ogni modo, deve continuare.