di Elisa Angelone
Con la messa celebrata da ChatGPT è stato superato anche quel sottile limite che ancora separava la spiritualità tipicamente umana dal mondo transumano. Mondo nel quale, a dire il vero, il Vaticano pare essersi già ambientato. È circa dal 2018, infatti, che la Santa Sede dedica spazio all’IA con dibattiti di ampio respiro sull’interazione tra reale e virtuale coinvolgendo esperti di tecnologia e neuroscienze, leader religiosi, esponenti del mondo politico, finanziario e artistico. Il tutto in seno al progetto Humanity 2.0 che si propone di “identificare e superare i limiti alla prosperità dell’umanità”. Il superamento dei limiti è infatti il leitmotiv dell’omonima associazione no-profit fondata dal Vaticano. Il progetto si ispira al pensiero dello scienziato Raymond Kurzweil, teorico dell’immortalità per mezzo della robotica, della genetica e delle nanotecnologie – il che appare come una vera e propria storpiatura in senso progressista del concetto di trascendenza.
L’evidente necessità della Chiesa di parlare il linguaggio del futuro sul modello di Davos si è tradotta anche nella più recente collaborazione di Humanity 2.0 con Sensorium, una società che sviluppa realtà aumentata e che permette alla Santa Sede di sbarcare nel metaverso. L’idea, nata nel 2022, sarebbe quella di creare una galleria di opere d’arte del Vaticano in forma di NFT e dunque accessibili a tutti attraverso diverse interfacce in quello viene che definito un processo di “democratizzazione dell’arte”. La galleria d’arte vaticana nel metaverso Sensorium Galaxy avrebbe dovuto essere lanciata alla fine dello scorso anno, ma ad oggi non se ne sa più nulla. Ad ogni modo, la Chiesa di Papa Francesco ha già un piede nell’era digitale del web 3.0 e il prossimo forum dell’ONG vaticana sull’avanzamento della prosperità umana è già in programma per novembre.