di Jeff Hoffman
La rete internet è invasa da contenuti generati dall’intelligenza artificiale. L’allarme è stato lanciato da Toby Walsh, professore di intelligenza artificiale all’Università del Nuovo Galles del Sud che, in poche parole, ha parlato del 2024 come dell’anno della svolta artificiale della rete internet.
“Gli utenti di Internet del futuro guarderanno al 2024 come all’anno in cui la rete smetterà di essere umana e sarà dominata da contenuti sintetici generati dall’intelligenza artificiale”, ha precisato Welsh.
Gli ha fatto eco Filippo Menczer, professore di informatica e direttore del Social Network Observatory dell’Università dell’Indiana, che ha in qualche modo richiesto un immediato intervento regolatore da parte della politica.
Mentre i grandi manovratori del big tech si mostrano impegnati a controllare gli sviluppi dell’intelligenza artificiale, tuttavia, l’uso dei sempre più sofisticati bot la fa da padrone sui social networks che, lontano dallo sguardo umano, gonfiano artificialmente il numero di iscritti a certi profili e generano immagini e notizie infestando la rete di false notizie e di interazioni robotiche piuttosto che umane.
Va aggiunto che i robot non sono coinvolti solo nella creazione di contenuti spazzatura, ma anche nel loro consumo. Le pubblicazioni effettuate dai bot richiedono, a loro volta, la partecipazione di altri account e siti artificiali in un circolo vizioso senza fine.
“Il 90 % e più degli utenti di una piattaforma potrebbe essere composta da robot”, denuncia il professor Welsh esprimendo nostalgia per le prime versioni di piattaforme come Twitter.
“Chiaramente esse non fanno un buon lavoro nel penalizzare i contenuti dell’intelligenza artificiale, altrimenti non avremmo bot farm e altri dispositivi per manipolare la nostra attenzione”, ha aggiunto il docente.
A complicare il quadro è intervenuta una cosiddetta “teoria del complotto” che parla della morte di internet, spiegano molti esperti negando, come da manuale, l’esistenza di una regia occulta sulla disumanizzazione della rete.
Ciò che è certo, e che la stessa società Google ha certificato, è che più il motore di ricerca è sofisticato e adattato al profilo dell’utente e più i navigatori della rete si impigriscono e instupidiscono.
“Cerchiamo di ridurre al minimo la quantità di tecnologia che i nostri figli possono usare”, dichiarò infatti Steve Jobs in tempi non sospetti.
E la guerra contro l’intelligenza umana continua.