di Margherita Furlan e Fabio Belli
Il segretario generale del gruppo paramilitare sciita iracheno Kata’ib Hezbollah, Abu Hussein al-Hamidawi, ha annunciato la cessazione degli attacchi contro le Forze armate degli Stati Uniti in Medio Oriente “al fine di evitare imbarazzi al governo di Baghdad”. La dichiarazione giunge a pochi giorni dall’uccisione di tre soldati americani mediante droni kamikaze lanciati contro una base militare in Giordania. Al-Hamidawi ha però puntualizzato: “Continueremo a difendere il nostro popolo a Gaza in altri modi”. Infine, ha precisato che le Brigate del Partito di Dio sono impegnate in una “difesa passiva” per cautelarsi da una “azione ostile americana”. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha riferito di aver deciso per una ferma risposta, ma ha altresì specificato che “l’America non ha bisogno di una guerra più ampia in Medio Oriente.” Nel frattempo, secondo quanto riferito da due funzionari del Dipartimento di Stato, il segretario Antony Blinken avrebbe chiesto al dicastero di rivedere e presentare delle opzioni per il riconoscimento dello Stato di Palestina al termine del conflitto armato. L’amministrazione Biden potrebbe collegare il processo di riconoscimento diplomatico tra Israele e Arabia Saudita a un percorso per la creazione di una Palestina sovrana ma demilitarizzata. Nel breve periodo sembra tuttavia impossibile raggiungere l’obiettivo a causa della fragile situazione in Cisgiordania, oltre che per il genocidio in corso a Gaza. La mossa di Washington pare piuttosto un modo per fare pressione sul governo di Benjamin Netanyahu affinché si giunga a una svolta nei colloqui per un cessate-il-fuoco.
A conferma della distanza che separa la Casa Bianca dalla popolazione statunitense i governi locali di Chicago, Detroit, San Francisco, Atlanta e numerose altre grandi città statunitensi votano risoluzioni per l’immediato cessate il fuoco a Gaza.
Tuttavia, l’asse del male USA-UK non cessa le proprie offensive nel Mar Rosso. La rete televisiva yemenita al-Masirah ha riferito che i raid aerei angloamericani hanno preso di mira le province occidentali dello Yemen di Sa’ada e Hudaydah rispettivamente ieri sera, 31 gennaio, e stamani all’alba. Secondo fonti locali, parte degli aerei da guerra sarebbero partiti da una base militare americana in Bahrain.
Il tutto mentre in Europa imperversano le proteste degli agricoltori, arrivati persino a Bruxelles dove la polizia, in assetto antisommossa, ha inizialmente formato una linea di protezione davanti al quartier generale dell’Unione europea monitorando la zona anche tramite il sorvolo di elicotteri. Successivamente i contestatori hanno lanciato uova contro il palazzo del Parlamento europeo accendendo anche fuochi. La polizia ha risposto spruzzando sui manifestanti.
Nel giorno in cui è stato approvato il famigerato ed ennesimo pacchetto per Kiev da 50 miliardi di euro, l’Unione europea inizia il proprio declino.