di Fabio Belli
“Invece di condannare le azioni legittime dell’Iran, gli sforzi della Germania si concentrino sul fermare la guerra a Gaza e sull’instaurazione di una pace stabile e della sicurezza dal Mediterraneo al Mar Rosso”.
Questo quanto riferito dal ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir-Abdollahian, alla sua omologa tedesca, Annalena Baerbock che, da parte sua ha sottolineato la necessità di tenere quanti più colloqui possibile nell’attuale momento pericoloso, aggiungendo che la Germania cercherebbe ogni giorno di porre fine alla guerra israelo palestinese. Il capo della diplomazia tedesca avrebbe dichiarato su X che sarebbe “l’Iran ad aver portato il Medio Oriente sull’orlo del baratro e che la regione sta dalla parte di Israele”, ha affermato la Baerbock dal suo metaverso. Dalla pseudo diplomazia tedesca a quella italiana con il nostro ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che in qualità di rappresentante della presidenza di turno del G7, propone nuove sanzioni per i nemici di Israele.
Più autocritica la posizione del capo della diplomazia dell’Unione europea, Josep Borrell, secondo il quale i diversi approcci alla risoluzione dei conflitti in Ucraina e nella Striscia di Gaza sarebbero costati cari all’Unione europea. “Nel caso della crisi ucraina”, ha detto Borrell, “abbiamo reagito in modo deciso, ma dopo lo scoppio della guerra in Medio Oriente la nostra azione è stata del tutto inefficace”. Una inefficacia che, secondo il diplomatico, avrebbe compromesso alleanze anche in molti paesi dell’Africa, dell’America Latina e dell’Asia.
Nel frattempo, mentre il Comando Centrale degli Stati Uniti (CENTCOM) afferma di aver neutralizzato quattro droni nelle aree dello Yemen controllate dagli Houthi, il presidente della Camera Mike Johnson sembra cogliere al volo l’opportunità dell’attacco iraniano dichiarando di “comprendere la necessità di stare dalla parte di Israele”, che fra le righe significa escludere ulteriori aiuti a Kiev.