Iran e Arabia Saudita per la sicurezza del Golfo
di Jeff Hoffman
La sicurezza delle rotte marittime può essere garantita soltanto attraverso la sinergia e la cooperazione degli stati regionali. Questa la chiave della nuova alleanza navale costituita da Iran, Arabia Saudita, EAU, Qatar, Bahrein e Irak annunciata venerdì 2 giugno dal comandante della Marina Militare iraniana Shahram Irani.
“Anche India e Pakistan si uniranno alla nuova alleanza”, ha dichiarato l’Alto Ufficiale iraniano aggiungendo che “quasi tutti i paesi della regione dell’Oceano Indiano settentrionale sono giunti alla conclusione che devono sostenere la Repubblica islamica dell’Iran e stabilire congiuntamente la sicurezza con una significativa sinergia”.
L’annuncio, riportato dall’Agenzia di stampa iraniana Fars, è arrivato a distanza di 48 ore dal comunicato ufficiale degli EAU che, senza colpo ferire, si sono ritirati dalla coalizione nota come “Forze Marittime Combinate” costituita poco dopo l’11 settembre 2001, inizialmente con dodici nazioni e guidata, chi l’avrebbe mai detto, dagli Stati Uniti d’America.
L’alleanza navale internazionale è forte e comprende ancora 38 nazioni di cui gli EAU sono soltanto uno degli alleati, ha risposto prontamente Washington che, a quanto pare, non sa più quali pesce pescare.
“Gli Emirati Arabi Uniti rimangono impegnati a garantire responsabilmente la sicurezza della navigazione nei loro mari”, si legge sul comunicato emiratino che, senza giri di parole ha fatto sapere che il principale esportatore di petrolio è “impegnato nel dialogo pacifico e nell’impegno diplomatico”, evidentemente in contrapposizione a Washington la cui diplomazia non è pervenuta.
Poche settimane fa, d’altro canto, le forze navali congiunte di Francia, Regno Unito e Stati Uniti si sono spinte oltre la provocazione contro l’Iran navigando attraverso lo stretto di Hormuz proprio mentre Arabia Saudita e Iran siglavano uno storico accordo di pace e la martoriata Siria di Bashar Al Assad rientrava nella Lega Araba.
Per evitare la catastrofe, infatti, l’isolamento di Washington e dei suoi vassalli europei è, nel Medio Oriente, sempre più marcato