di Gionata Chatillard
Procede a marce serrate l’integrazione del continente euroasiatico. L’ultimo tassello del processo è stato messo lo scorso 25 dicembre a San Pietroburgo, dove i rappresentanti di Russia, Bielorussia, Armenia, Kazakistan e Kirghizistan hanno siglato un vasto accordo di libero scambio con l’Iran. Attraverso questa intesa, i paesi dell’Unione Economica Eurasiatica (EAEU) intendono sbloccare un potenziale commerciale in grado di cambiare le coordinate economiche della regione, sfruttando la posizione strategica della Repubblica Islamica come grande snodo logistico del mercato continentale.
Punto focale di questo storico accordo è infatti l’istituzione di un regime commerciale duty-free per il 90% dei prodotti commerciati all’estero, da quelli agricoli a quelli industriali. Conseguenza inevitabile dell’eliminazione dei dazi saranno lo sviluppo del corridoio di trasporto Nord-Sud e una maggiore compenetrazione fra i mercati dei paesi euroasiatici. Con l’eccezione, però, di quelli dell’Unione Europea, che per assecondare la politica estera statunitense hanno preferito voltare le spalle non solo alla Russia, ma anche a tutto un continente a cui geograficamente appartengono.
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