di Fabio Belli
La Marina russa ha iniziato oggi un’esercitazione navale su larga scala che coinvolge le flotte: baltica, Pacifico, Mare del Nord e Caspio.
Oltre 300 navi da guerra, sottomarini, nonché circa 50 aerei ed elicotteri e circa 20.000 marinai, sono impegnati in questa massiccia esercitazione militare il cui obiettivo è quello di testare le capacità di comando e controllo a tutti i livelli della Marina russa. Negli esercizi sono previste prove antiaeree e di artiglieria che coinvolgono obiettivi aerei e navali nonché l’impiego di contromisure per evitare un attacco nemico simulato ed esercitazioni di guerra antisommergibile.
L’esercitazione si svolge pochi giorni dopo le celebrazioni del Giorno della Marina russa.
Nel frattempo, da oltreoceano gli Stati Uniti ammettono candidamente di non essere pronti per un conflitto prolungato né con la Cina né con la Russia, tanto meno con entrambe allo stesso tempo. Ad affermarlo è un rapporto di 114 pagine pubblicato lunedì da una commissione bipartisan del Congresso.
Nel documento si afferma che in un’ipotetica guerra con la Cina, il Pentagono potrebbe rimanere a corto di munizioni entro tre o quattro settimane e di non avere armi sufficienti per difendersi. Sempre nel rapporto viene evidenziato come la macchina bellica statunitense, nonostante i proclami di averla potenziata per far fronte alle richieste di Kiev, sarebbe lo stesso insufficiente. Brutte notizie anche per quanto riguarda l’apporto degli altri alleati della NATO: la Russia avrebbe speso in due giorni più munizioni di quante ne avesse nei magazzini l’intero esercito britannico.
Ma più che uno spunto per fare autocritica e tirare i remi in barca sul fronte bellico, il documento alla fine spinge per potenziare ulteriormente la macchina da guerra statunitense. Non a caso, proprio oggi il Pentagono ha annunciato un nuovo pacchetto di assistenza militare da 1,7 miliardi di dollari per l’Ucraina, che comprende missili terra aria, razzi HIMARS, armi anticarro e munizioni. L’importo prevede una prima tranche di 200 milioni di dollari di assistenza immediata e 1,5 miliardi a lungo termine.
Mentre in Medio Oriente il presidente iraniano Pezeshkian presta giuramento, Hezbollah annuncia il bombardamento con razzi Katyusha del quartier generale israeliano del battaglione al-Sahl nella caserma di Beit Hillel in cui avrebbe perso la vita un trentenne israeliano. La risposta di Tel Aviv non si fa attendere. Secondo quanto riporta Reuters, una forte esplosione e una colonna di fumo è stata avvistata nella periferia meridionale della capitale libanese Beirut dove sembra che l’attacco israeliano sia iniziato e dove sembra abbia perso la vita un importante esponente di Hezbollah.