di Jeff Hoffman
Il governo Netanyahu ha votato all’unanimità per la chiusura della sede israeliana dell’emittente qatariota Al Jazeera.
“Il canale di propaganda di Hamas, che incita contro Israele, che danneggia la sicurezza e i soldati dell’esercito israliano, non trasmetterà più da Israele e le loro attrezzature saranno confiscate”, ha fieramente dichiarato il ministro delle comunicazioni Shlomo Karhi dopo aver posto la firma, domenica scorsa, sull’ordine esecutivo fortemente voluto dal gabinetto di guerra di Tel Aviv e dalle agenzie di sicurezza.
“Il canale di incitamento Al Jazeera sarà chiuso in Israele”, ha ribadito Benjamin Netanyahu sul proprio profilo X.
Se la legge sui media approvata in fretta e furia dalla Knesset nel mese di ottobre ha permesso al governo di fare irruzione nella sede della TV qatariota e sequestrare telefoni e computer, l’Alta Corte israeliana è stata invitata dall’associazione israeliana per i diritti civili a esaminarne l’effettiva validità della legge giudicandola un attacco alla libertà di espressione.
La nuova legislazione ha permesso a Tel Aviv di far sospendere le trasmissioni per 45 giorni, ulteriormente rinnovabili e, de facto, gli uffici di Al Jazeera all’interno dell’Hotel Ambassador a Gerusalemme sono stati perquisiti dalle forze di polizia israeliana, che hanno ordinato al contempo di staccare i fili anche alla sede in Cisgiordania.
“Al Jazeera è un portavoce di Hamas”, ha dichiarato Netanyahu aggiungendo che lo stesso esercito israeliano sarebbe stato messo a rischio dai programmi della tv del Qatar che, per altro, è il paese che sin dal 7 ottobre media nelle trattative di pace fra i dirigenti di Hamas, il governo israeliano e il capo della CIA William Burns.
“Il Qatar è Hamas e Hamas è il Qatar”, ha affermato senza peli sulla lingua Higal Carmon, ex consigliere antiterrorismo e fondatore del Middle East Media Research Institute che non ha risparmiato critiche a Netanyahu per la sua collaborazione con il Qatar dove, sempre secondo Carmon, Bibi starebbe cercando finanziamenti.
Stando al Jerusalem Post, tuttavia, resta il problema di altre due reti televisive considerate pro Hamas, Al-Araby, di proprietà del Qatar e Al Mayadeen, organo di stampa pro Hezbollah, che trasmette in Israele, Giudea e Samaria.
C’era una volta l’informazione.