di Jeff Hoffman
Durante la notte fra lunedi e martedi il movimento di resistenza libanese Hezbollah ha coordinato un attacco multiplo contro Israele e le sue forze armate.
Uno dei primi obiettivi colpiti è stato un drone Hermes 900 armato di missili. Immediatamente dopo, sono stati colpiti due edifici di un insediamento illegale di Manara e le apparecchiature di sorveglianza della caserma Ramim e, a seguire, la Brigata Golan 210, il cui quartier generale è stato completamente distrutto insieme a una lunga serie di obiettivi strategici.
Hezbollah ha quindi attaccato il porto israeliano di Haifa e, riferiscono alcuni media locali, è stata colpita anche la nave mercantile Yaf Horizon, battente bandiera panamense e proveniente dalla Turchia. Contemporaneamente un drone kamikaze di Hezbollah ha sfondato il sistema di difesa aerea e ha colpito il quartier generale della 146a divisione dell’esercito israeliano apprendo una seconda breccia nella narrata inviolabilità israeliana.
Inoltre, stando all’analista libanese Amal Saad, Hezbollah avrebbe eliminato il 12% della flotta di droni israeliani e avrebbe costretto buona parte dei coloni a fuggire dagli insediamenti illegali della parte settentrionale dei territori occupati.
Durante la notte, tuttavia, gli aerei da combattimento israeliani hanno preso di mira diversi obiettivi di Hezbollah nelle aree di Baalbek e Aytarun, tra cui un’unità logistica e alcune strutture militari e, poco prima dell’alba di oggi violente esplosioni sono state registrate intorno alla cittadina di Al-Hirmil, in Libano.
In Israele le sirene hanno segnalato il coprifuoco da Haifa alla città costiera di Acri fino alla Galilea occidentale. Il dato di fatto è che il conflitto contro Israele ha ormai impegnato diversi attori della rete di resistenza pro Palestina e, a quanto pare, il governo Netanyahu è molto più in difficoltà di quanto i media main stream abbiano il permesso di ammettere.
In questo scenario, notizia di rilievo è il ritiro della portaerei statunitense a propulsione nucleare Eisenhower dalla regione del Mar Rosso dopo una serie di attacchi missilistici da parte degli Houthi yemeniti.
Nel frattempo, mentre il Consiglio di Sicurezza dell’Onu adottava la risoluzione proposta da Washington per il cessate il fuoco, soltanto nelle ultime 24 ore gli attacchi dell’esercito israeliano su Gaza hanno provocato almeno 40 morti e 120 feriti e, dal 7 ottobre, 150 sono i giornalisti rimasti uccisi dagli attacchi israeliani a Gaza e nel resto della Palestina.
Diritti umani: non pervenuti.