di Jeff Hoffman
Il governo irlandese affiancherà il Sudafrica nella causa di genocidio intentata contro Israele presso la Corte internazionale di giustizia dell’Aja.
Nell’annunciare la mossa il ministro degli Esteri irlandese, Micheál Martin, ha sottolineato, mercoledì 27 marzo, che la brutale offensiva militare israeliana contro la Striscia di Gaza, rappresenta la flagrante violazione su larga scala del diritto internazionale umanitario.
Martin ha anche ricordato che il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha già chiesto un cessate il fuoco immediato, la revoca di qualsiasi blocco che interrompa la consegna di aiuti umanitari, nonché il rilascio dei detenuti israeliani sotto la custodia della Resistenza palestinese.
“Il rifiuto intenzionale dell’assistenza umanitaria ai civili, gli attacchi contro civili e infrastrutture civili, l’uso indiscriminato di armi esplosive in aree popolate, la punizione collettiva di un’intera popolazione deve essere fermata” ha concluso il ministro.
Martin non ha detto quale forma assumerà l’intervento irlandese o quali argomenti il suo paese intenda avanzare, ma ha aggiunto che il passo è stato deciso a seguito di analisi legali e politiche e di consultazioni con diversi partner tra cui il Sudafrica.
L’Organizzazione delle Nazioni Unite ha intanto avvertito che la carestia causata a Gaza dall’esercito israeliano equivale a un vero e proprio crimine di guerra.
Dall’altra parte della barricata l’esercito israeliano ha affermato di aver sequestrato ad Hamas e altre organizzazioni 5,4 milioni di dollari e, mentre le bombe israeliane continuano a cadere sulla popolazione civile di Khan Yunis e di altre aree di Gaza, il premier Netanyahu ha ritrattato la sua decisione di annullare la missione negli Stati Uniti decidendo di inviare a Washington, domenica 31 marzo, una delegazione composta dal ministro degli Affari strategici di Israele Ron Dermer e il consigliere per la sicurezza nazionale Tzachi Hanegb.
L’immancabile Wall Street Journal ha intanto riportato che il Ministro della Difesa israeliano e gli alti funzionari statunitensi non si sarebbero concentrati su come fermare l’operazione a Rafah, ma, piuttosto, su “come proteggere i civili durante il suo lancio” e che entrambe le parti sono d’accordo sul fatto che i battaglioni di Hamas a Rafah debbano essere “sloggiati”.
Nel frattempo, una volta terminata la missione militare congiunta fra Cina, Russia e Iran nell’oceano indiano, le fregate russe hanno attraversato lo stretto di Bal-Al-Mandab dirigendosi verso il mar Rosso.
Fra un bombardamento e l’altro la Corte di Giustizia dell’Aja ha oggi emesso un’ordinanza imponendo a Israele di cooperare con le Nazioni Unite per fermare la carestia a Gaza, mettere un freno all’esercito israeliano per quanto riguarda i crimini di guerra e rapportare il tutto entro un mese alla Corte.
La relatrice delle Nazioni Unite, Francesca Albanese, definita dal portavoce del Dipartimento di Stato americano Matthew Miller come antisemita, ha affermato che la soglia secondo cui Israele starebbe commettendo un genocidio è adesso stata raggiunta.
E le bombe israeliane continuano a cadere.