di Fabio Belli
Il costo dell’operazione del governo israeliano a Gaza raggiungerà i 48 miliardi di dollari e gli Stati Uniti forniranno a Tel Aviv un terzo di questo importo. È quanto riporta Bloomberg, secondo cui Israele starebbe seguendo la stessa strada dell’Ucraina, ovvero quella di legarsi sempre più finanziariamente a Washington, con le prevedibili conseguenze di trasformarsi in una marionetta nelle mani degli Stati Uniti.
Intanto a Gaza, nonostante il prolungamento della tregua tra Israele e Hamas, si sono registrati degli spari e il sorvolo di aerei israeliani nella parte settentrionale della Striscia di Gaza. Lo hanno riferito testimoni oculari all’agenzia russa Sputnik. Violazioni della tregua sarebbero confermate anche dal canale televisivo Al Arabiya, che ha riportato spari da parte dei carri armati israeliani nel sud dell’enclave.
Nel frattempo, Alon Ben David, giornalista israeliano esperto in ambito militare, ha rivelato informazioni chiave sulle condizioni degli ostaggi recentemente rilasciati da Hamas. Nonostante i tentativi di censura governativa, David ha detto che i prigionieri non sono stati sottoposti a torture o maltrattamenti e che, sebbene vi fosse scarsità di cibo, Hamas avrebbe cercato quotidianamente di fornire medicine a chi ne aveva bisogno, nonché consentire agli ostaggi di svolgere normali attività motorie.
Le dichiarazioni del giornalista, secondo quanto riferito dall’emittente israeliana Canale 13, corrisponderebbero alle testimonianze degli ostaggi scambiati con quelli palestinesi. Uno scambio che per l’arabista e islamologo statunitense Kevin Barrett, avrebbe costituito una grande vittoria per la parte palestinese in quanto sarebbe stato uno dei principali obiettivi tattici dietro l’operazione Al-Aqsa Storm. Motivo per cui, forse, Israele sta correndo ai ripari per ribadire la propria egemonia, procedendo ad attacchi ed arresti in Cisgiordania, dove Hamas non risulta esserci, ma dove Tel Aviv ha stanziato 43 milioni di dollari di fondi speciali per costruire nuovi insediamenti illegali, scatenando persino la reazione scandalizzata dell’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri, Josep Borrell. Perfino il New York Times è costretto a criticare Israele ammettendo che le vittime di Gaza hanno pochi precedenti in questo secolo. Tale ritmo di crescita, secondo il quotidiano della “grande mela”, è addirittura superiore ai momenti più sanguinosi degli attacchi statunitensi in Iraq, Siria e Afghanistan.