di Fabio Belli
L’Italia sta trasferendo su rotaia all’Ucraina circa 20 obici di artiglieria su cingoli di produzione statunitense M109L.
È quanto è emerso da una testimonianza con tanto di filmati girati nella stazione ferroviaria di Udine. Successivamente il ministro dei rapporti con il parlamento, Luca Ciriani, ha confermato che i 20 semoventi sarebbero parte di pacchetti di forniture militari all’Ucraina deliberati dal Governo precedente.
Ciriani ha inoltre puntualizzato che gli M109, prodotti per la prima volta nel 1962, acquisiti dall’Esercito Italiano nel 1964 ed utilizzati fino al 2005, sarebbero stati dismessi e sostituiti dai più moderni tedeschi PzH 2000. La donazione a Kiev, di un valore stimato di 30 milioni di euro, comprenderebbe anche la formazione del personale ucraino e la fornitura di pezzi di ricambio. Gli M109 filmati ad Udine, avvistati alla stazione di Brno in Repubblica Ceca, sono poi arrivati in Polonia, da dove verranno trasferiti in Ucraina.
Il governo dunque, non riuscendo a nascondere armi letali destinate a seminare distruzione e morte, adotta la tattica dello scarica barile, omettendo di riportare che l’attuale maggioranza parlamentare ha decretato la continuazione degli aiuti militari all’Ucraina, dando il via, dal febbraio scorso, a un sesto pacchetto a Kiev che includerebbe un sistema di difesa aerea e droni da combattimento.
C’era una volta l’articolo 11.