di Margherita Furlan e Fabio Belli
L’Azerbaijan ha attaccato il Nagorno Karabakh. Un massiccio bombardamento di artiglieria ha colpito Stepanakert. Missili hanno colpito in diverse direzioni. Fonti armene riportano finora almeno 13 civili tra le vittime, tra cui 9 bambini.
Violente le proteste in Piazza Repubblica a Yerevan dove i manifestanti chiedono l’intervento dell’Armenia.
L’esercito armeno ha risposto all’offensiva azera lanciando un grande attacco con il supporto di unità corazzate.
Secondo quanto riferito dalla portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, l’informazione secondo cui Baku avrebbe avvertito in anticipo le forze di pace russe dell’operazione non è vera in quanto sarebbero state fornite “solo pochi minuti prima dell’inizio delle ostilità”. “Tragico, senza speranza e prevedibile”, ha definito la portavoce quanto sta avvenendo in queste ore nel Caucaso. Le autorità armene hanno consegnato con le proprie mani il santuario armeno. Resta soalmente da dichiarare che non c’è stato alcun genocidio armeno e la missione di Pashinyan su questa terra sarà adempiuta. Il destino di Giuda non è invidiabile”.
Nel frattempo, il ministro della Difesa turco ha espresso il sostegno all’Azerbaijan, e l’Iran ha dichiarato di aver messo in allerta le proprie truppe al confine orientale, proprio in contemporanea alla visita a Teheran del ministro della Difesa russo, Sergeij Shoigu, che ha incontrato i massimi vertici delle forze armate della Repubblica Islamica.