di Fabio Belli
Una corsa contro il tempo per evitare il default già il primo di agosto.
È lo scenario in cui si trova l’Ucraina, alla disperata ricerca di denaro per finanziare le sue esigenze di bilancio per la guerra. Il paese sta infatti esaurendo il tempo a disposizione per concordare con i creditori quale parte del suo debito estero verrà cancellata tramite quello che in gergo prende il nome di “haircut”.
La moratoria di due anni ha infatti permesso all’Ucraina di evitare i pagamenti degli interessi sul debito. Ma per il momento non c’è nessuna intesa su un possibile rinnovo alla scadenza, motivo per cui la Commissione europea, come riporta Euractiv, è scesa in campo per rabbonire i grandi fondi d’investimento che sono tornati a battere cassa a Kiev.
L’accordo proposto da Bruxelles equivarrebbe al 15% del Pil annuale ucraino, ovvero circa 23 miliardi di dollari. L’Ucraina ha chiesto uno sconto del 60%, ma i creditori, tra cui diversi giganti statunitensi ed europei come BlackRock, Pimco, Fidelity e Amundi, non sono disposti ad andare oltre un taglio del 22%.
A pesare sulla crisi del debito di Kiev c’è anche il mancato arrivo degli aiuti finanziari occidentali. Il pacchetto da 50 miliardi di dollari concordato dai leader del G7 non arriverà prima dell’autunno, mentre i 60 miliardi promessi dagli Stati Uniti andranno di pari passo con la spesa militare. Anche il prestito da 15,6 miliardi del Fondo Monetario Internazionale dovrà aspettare in quanto vincolato proprio alla ristrutturazione del debito.
Sebbene gli esperti economici sostengano che un eventuale default non avrebbe impatti nell’immediato, lo scenario ostacolerà l’accesso a medio termine per la ricostruzione del paese. Tuttavia, da un punto di vista militare gli effetti potrebbero già essere determinanti in quanto non consentirebbero un adeguato finanziamento delle spese di difesa.
Il tutto senza considerare la possibile chiusura dei rubinetti da oltreoceano in caso di vittoria repubblicana alle prossime presidenziali statunitensi.