di Fabio Belli
La Verkhovna Rada ucraina ha adottato una legge che permette la messa al bando della Chiesa ortodossa nel paese.
A sostegno del progetto hanno votato 265 deputati a fronte di una maggioranza fissata a 226. La legge, che entrerà in vigore tra 30 giorni, proibisce le attività della Chiesa ortodossa russa e di tutte le organizzazioni religiose affiliate. Mentre la Chiesa ortodossa ucraina ha dichiarato la sua piena autonomia dal Patriarcato di Mosca, Kiev ha ripetutamente accusato il clero di avere legami con la Russia, spesso facendo irruzione nelle chiese ed effettuando arresti.
Sempre l’organo legislativo ucraino ha approvato un disegno di legge che permette ai mercenari stranieri di ottenere la cittadinanza ucraina. La legge consentirà agli stranieri e agli apolidi che combattono in Ucraina di ottenere permessi di soggiorno o di immigrare, anche se i loro documenti saranno scaduti, oltre al diritto di residenza temporanea per le loro famiglie.
Nel frattempo, il ministero degli Esteri russo ha protestato ufficialmente con gli Stati Uniti per i suoi concittadini che si sarebbero introdotti, al seguito delle truppe d’invasione ucraine, nella regione russa di Kursk. La protesta lamenta sia la presenza di reporter, come avvenuto nel caso degli inviati RAI, che di soldati mercenari. Questi ultimi farebbero parte della compagnia militare privata Forward Observation Group che ha pubblicato sui social network una foto, geolocalizzata nella zona di Kursk, con il proprio personale militare accanto a un veicolo blindato.
Intanto, mentre la situazione nella regione di Kursk sembra in fase di stallo, i servizi medici russi forniscono un primo bilancio che conta 17 morti, 140 feriti, di cui 75 ricoverati in ospedale, tra cui 4 bambini.