di Jeff Hoffman
La campanella del WEF di Davos suonerà il 15 gennaio e vedrà anche il premier cinese Li Qiang fra i 60 leader mondiali invitati all’evento. 1.600 gli ospiti internazionali.
Stando a quanto comunicato dalla portavoce del ministero degli Esteri cinese, Mao Ning, il premier cinese, che guiderà una delegazione di imprenditori e politici, interverrà alla cerimonia di apertura.
Dopo la partecipazione del 2017 del presidente Xi Jinping, Qiang è il più alto funzionario cinese a partecipare di persona alla kermesse dell’èlite finanziaria. E’ sullo sfondo delle incertezze geopolitiche ed economiche globali che il premier cinese prenderà parte all’evento, ha spiegato la portavoce, precisando che la strategia è quella di rafforzare la comunicazione e migliorare la comprensione e la fiducia reciproche per portare avanti la ripresa economica del mondo e migliorare la governance economica globale.
A Davos saranno presenti, oltre all’usuale carosello di jet privati e escort di lusso, il presidente francese Emanuel Macron, la presidente della Commissione dell’Unione europea Ursula von der Leyen, il presidente argentino appena insediato Javier Milei, il presidente israeliano Isaac Herzog e i leader di diversi paesi del Medio Oriente e, naturalmente, il belligerante segretario di Stato Antony Blinken e il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Jake Sullivan.
Al primo posto fra le preoccupazioni dei leader mondiali appartenenti al circolo del WEF di Klaus Schwab vi è, guarda caso, la disinformazione, seguita da eventi climatici estremi. Al terzo posto si attesta la polarizzazione sociale seguita dalla cyber sicurezza e, al quinto posto, la guerra. Un panel sarà intitolato “Prepararsi alla malattia X”.
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