Xi Jinping lancia dunque un messaggio chiaro, di non sottomissione agli Stati Uniti, i quali non vogliono prendere atto che il mondo è cambiato. Per questo si preparano a impartire alla Cina lezioni che la Cina non è disposta ad accettare. Il che significa che si preparano a colpirla con tutti i mezzi a loro disposizione, come stanno facendo con la Russia.
Da noi la difesa dell’interesse nazionale non è mai stato il nostro forte, fino a ieri. A partire dall’approdo del Britannia nel porto di Civitavecchia. Da noi, gli Stati Uniti vogliono sudditanza e, com’è sempre avvenuto, trovano legioni di servi pronti a concederla, anche contro l’interesse nazionale (che poi vuole dire contro l’interesse della gente, cioè contro l’interesse del popolo). Allora, per coprire le loro responsabilità passate e per assicurarsi la benevolenza del padrone, i servi nostrani invocano la necessità di agire di conserva con l’Europa. Il che sarebbe, in astratto, molto giusto, perché ci darebbe più forza contrattuale in ipotetici e forse vantaggiosi negoziati commerciali con Pechino, dato che Xi Jinping non è mai venuto a visitarci a bordo di una portaerei carica di bombardieri. Se non fosse che i due partners europei più importanti, Germania e Francia, hanno già impostato i loro affari con la Cina, e mandano in avanscoperta Ursula von Der Leyen ed Emmanuel Macron. A una settimana dal viaggio nella Repubblica Popolare Cinese la presidente della Commissione Ue, tanto per far capire che gli altri Paesi della defunta Europa devono restare fuori da questi affari, ha oggi intimato alla Cina di prendere le distanze dalla Russia e ha insinuato che Bruxelles potrebbe sospendere definitivamente lo storico accordo commerciale con Pechino sottoscritto nel 2020, successivamente bloccato dal Parlamento europeo a seguito di sanzioni cinesi contro alcuni deputati. La von Der Leyen, per scongiurare la saldatura geopolitica tra Cina e Russia, ha infine trovato un ottimo sistema, condannare Pechino per i rapporti con Taiwan, per le presunte violazioni dei diritti umani nello Xinjiang e per le ritorsioni contro la Lituania. Quasi ad annunciare che i veri padroni del discorso per ora hanno deciso che la guerra continuerà perché c’è ancora spazio per speculazione e danaro.