di Margherita Furlan e Fabio Belli
Il conflitto russo ucraino rischia un’ulteriore espansione dei confini. Dopo le recenti tensioni in Transnistria e gli sconfinamenti ucraini sul territorio russo, da ieri le forze di sicurezza e dei servizi speciali dell’Abkhazia hanno organizzato un’esercitazione al confine con la Georgia.
Non a caso l’analista militare Scott Ritter ha recentemente dichiarato che la Casa Bianca sarebbe pronta a sacrificare i georgiani per perseguire ambizioni geopolitiche: “La Georgia è solo una versione ridotta dell’Ucraina, un altro ingranaggio nella “cintura di instabilità”, ha sottolineato Ritter secondo cui l’Ucraina, così come l’Afghanistan, alla fine sarà abbandonata al suo destino.
Intanto, secondo il New York Times, la Corte penale internazionale intenderebbe aprire due casi per crimini di guerra relativi all’operazione speciale russa in Ucraina. Un’operazione che è oltremodo speciale per i produttori di armi occidentali visto che sia gli Stati Uniti, sia il Regno Unito hanno rivelato di voler aumentare il proprio budget per la difesa. Da oltre oceano, secondo fonti del Pentagono, si prevede una spesa di 30,6 miliardi di dollari per l’acquisto di munizioni nel prossimo anno, il 12% in più rispetto a oggi. Mentre nel Regno Unito, il premier Rishi Sunak ha annunciato un investimento di 5 miliardi di sterline nel comparto della difesa come parte di una revisione volta, a suo dire, a rispondere alle minacce emergenti da Russia e Cina. L’investimento giunge dopo che il Segretario di Stato per la Difesa britannico, Ben Wallace, aveva lamentato, a gennaio scorso, uno svuotamento e un sottofinanziamento da parte delle forze armate. La stessa lamentela giunge anche dalla Germania. Secondo Eva Högl, Commissario alla Difesa del Parlamento tedesco alla Bundeswehr mancherebbero attrezzature, dispositivi per la visione notturna e apparecchiature radio. La Högl ha invitato quindi il governo ad adottare misure urgenti per migliorare la fornitura delle forze armate tedesche.
Intanto, secondo quanto riporta il SIPRI (Stockholm International Peace Research Institute), nel 2022 l’Ucraina è diventato il terzo paese al mondo per importazione di armi, dietro a Qatar e India. In soli cinque anni, dal 2018 al 2022, gli Stati europei hanno aumentato le importazioni di armi principali del 47%. Gli alleati della NATO in Europa hanno registrato una crescita ancora maggiore, con le importazioni di armi aumentate del 65% nello stesso periodo. E il mondo va.