di Fabio Belli
La commissione parlamentare per le finanze irachena ha chiesto di liberare il paese dalla dipendenza dal dollaro.
La delibera delle istituzioni di Baghdad avviene per far fronte alle sanzioni imposte da Washington. “Il Dipartimento del Tesoro americano continua a invocare il riciclaggio di denaro per imporre le sue sanzioni contro le banche irachene”, sanzioni che, si legge ancora nel documento, ostacolano le misure adottate per far fronte alla stabilità del tasso di cambio del dollaro.
L’appello dei parlamentari iracheni è dunque quello di mettere fine a queste decisioni a danno della popolazione, esortando la Banca Centrale affinché adotti misure rapide per sbarazzarsi del dominio del dollaro, diversificando la riserva di valuta estera. Il documento, infine, si conclude con una proposta al Ministero del Petrolio affinché la materia prima sia venduta in altre valute estere.
Tuttavia, la tendenza dedollarizzatrice dell’Iraq era già nota. Lo scorso ottobre, Reuters, citando un funzionario della banca centrale, aveva riferito l’intenzione del paese di vietare i prelievi di contanti e le transazioni in dollari americani a partire dal 1° gennaio 2024.
Una mossa che avrebbe mirato a eliminare l’uso illecito di circa il 50% dei 10 miliardi di dollari che l’Iraq importa ogni anno dalla Federal Reserve, spesso destinati a prelievi impropri, come il dirottamento di ingenti quantità del biglietto verde verso Iran e Siria, entrambi paesi sotto sanzioni statunitensi.
La drastica misura antiamericana da parte di Baghdad, segue quella dei giorni scorsi quando, senza mezzi termini, il governo ha spinto per un ritiro delle truppe statunitensi dal paese.