di Gionata Chatillard
Ci sono seri indizi che gli Stati Uniti si stiano preparando a combattere una guerra globale. A dirlo è Jeffrey Sachs, economista statunitense di fama mondiale che in questi giorni ha accusato il suo paese di voler portare l’Ucraina alla distruzione mediante una guerra per procura contro la Russia. “Sono arroganti, ubriachi di potere e ormai fuori controllo”. Così il saggista ha definito coloro che tirano i fili dell’espansionismo a stelle e strisce. “Negli Stati Uniti”, ha aggiunto, “viene impedito qualsiasi dibattito pubblico sulla NATO, perché Washington è contro la neutralità”.
A dimostrarlo, secondo Sachs, ci sarebbe la malcelata volontà del Patto Atlantico di allargarsi in Asia. Un’ambizione che secondo l’economista non si spiegherebbe se non con il desiderio di preparare una guerra su scala globale. I recenti movimenti di truppe a livello internazionale sembrerebbero d’altronde confermare questa ipotesi. Oltre alla crescente militarizzazione del quadrante asia-pacifico, negli ultimi giorni la Germania ha infatti annunciato che schiererà una brigata permanente di 4.000 uomini in Lituania. Poco più a sud, la Polonia ha appena dichiarato di voler rafforzare ulteriormente il proprio contingente sul confine con la Bielorussia. Teoricamente, per rispondere alla presenza della Wagner nel paese vicino, ma tatticamente anche per continuare il lavoro di accerchiamento dell’exclave russa di Kaliningrad.
Se a tutto ciò si aggiunge il potenziamento del contingente statunitense in Medio Oriente denunciato pochi giorni fa dal Cremlino, tutto sembra ormai apparecchiato per una guerra mondiale in piena regola. Un conflitto su cui Jeffrey Sachs e poche altre voci stanno provando a lanciare l’allarme, rimanendo però inascoltate o venendo addirittura accusate di fare il gioco del nemico, in un clima di caccia alle streghe solitamente propedeutico proprio a un’entrata in guerra.