di Jeff Hoffman
Poche ore prima che l’agenzia Moody’s declassasse la banca nazionale svedese, tedesca, francese e belga, mercoledì 7 marzo, Ulf Kristersson e Tobias Billstrom, rispettivamente primo ministro e ministro degli esteri svedese, sono volati a Washington per consegnare nelle mani del Segretario di Stato Antony Blinken il mortifero patto di adesione alla NATO.
L’11 marzo prossimo la bandiera svedese verrà issata sul quartier generale della NATO a Bruxelles e la Svezia diventerà ufficialmente il 32esimo membro dell’Organizzazione. Stoccolma, con i suoi sottomarini all’avanguardia e gli aerei da combattimento Gripen, costituirà un collegamento cruciale tra l’Atlantico e gli Stati baltici che, sotto l’attenta guida di Washington, si sono intanto preparati allo scontro con la Russia di Vladimir Putin.
Come ha scritto il Financial Times, in caso di conflitto tra la Russia e la NATO, la Svezia avrà la funzione di centro logistico e rifornimento per gli alleati visto che non confina direttamente con la Federazione Russa. Inutile sottolineare che in termini militari ciò significa “siamo pronti allo scontro”. A confermare i tanto voluti piani di guerra ci ha subito pensato la Lettonia che ha nel frattempo iniziato la costruzione di fortificazioni di difesa ai confini con Russia e Bielorussia per un valore di 303 milioni di euro in cinque anni.
Adotteremo tutte le misure necessarie come abbiamo fatto per la Finlandia, ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov. Celebrando l’arrivo del nuovo alleato, Antony Blinken ha dichiarato solennemente che la NATO, puntualmente appellata come alleanza difensiva, non è mai stata così forte come adesso, nascondendo così la tremenda umiliazione subita in Ucraina.
E la catastrofe a stelle e strisce continua.