di Margherita Furlan
La Cina “sosterrà la reintegrazione della Siria e il ripristino dei suoi legami con il resto del Medio Oriente”. Lo ha sottolineato il presidente cinese Xi Jinping durante l’annuncio di una “partnership strategica” con Damasco durante la visita a Hangzhou del suo omologo Bashar al-Assad il 22 settembre scorso, la prima dal 2004. La Cina è infatti il terzo paese non arabo che Assad visita dallo scoppio della guerra, più di 12 anni fa, dopo Russia e Iran, i principali alleati della Siria. Xi Jinping ha precisato che “Pechino sostiene l’opposizione di Damasco alle interferenze straniere e alle intimidazioni unilaterali” e che sosterrà Assad per “la ricostruzione della Siria” anche attraverso “l’iniziativa della Nuova via della seta”, alla quale Damasco ha aderito nel gennaio del 2022. Secondo l’agenzia di stampa Sana, Damasco e Pechino “hanno firmato tre accordi di cooperazione”: un accordo di cooperazione economica, un memorandum per rafforzare le relazioni nello sviluppo economico e un’intesa proprio per la realizzazione di un piano comune nell’ambito dell’iniziativa della Nuova via della seta. In occasione dell’apertura dei XIX Asian Games di Hangzhou, il presidente cinese Xi Jinping ha enfatizzato il ruolo dello sport nel promuovere “pace, solidarietà e inclusione tra i paesi e i popoli”, invitando soprattutto i paesi asiatici a unirsi in nome del “buon vicinato” e in contrasto alla “mentalità da guerra fredda” del confronto tra blocchi. Intanto, almeno per quanto riguarda i dossier meno spinosi, Pechino e Washington sembrano pronte a rimettersi al tavolo dei colloqui. Dopo mesi di tensioni e restrizioni commerciali incrociate, la segretaria al Tesoro degli Stati Uniti, Janet Yellen, ha annunciato infatti l’avvio di due gruppi di lavoro dedicati ai settori dell’economia e della finanza. Eppure, mentre il mondo multipolare si plasma a Est del mondo, il capo del commercio dell’Unione europea, Valdis Dombrovskis, in visita a Shanghai, si è detto preoccupato per l’andamento delle relazioni Ue-Cina, che sarebbero “a un bivio” a causa del sostegno di Pechino a Mosca e delle regole commerciali cinesi definiti dal funzionario di Bruxelles come “discriminatorie”. La visita avviene a pochi giorni dall’avvio delle indagini Ue sui sussidi cinesi ai veicoli elettrici, mentre crescono le tensioni sullo squilibrio della bilancia commerciale. Ritorna quindi il concetto di “de-risking” come alternativa al “de-coupling”, processo che – secondo una recente analisi del Financial Times – sta allontanando le imprese occidentali dalla Repubblica popolare.