di Fabio Belli
Dopo mesi di combattimenti e bombardamenti, il 17 febbraio 2024 le forze armate russe hanno preso il controllo dell’intera città di Avdeevka.
La conquista della strategica città, situata nella Repubblica Popolare di Donetsk, avviene a seguito dell’annuncio di un ritiro da parte delle forze armate ucraine dopo che erano state completamente accerchiate dall’esercito russo. In realtà, come documentato da riprese aeree russe, gran parte dell’esercito di Kiev aveva già iniziato a fuggire un giorno prima di ricevere l’ordine effettivo di ritirata lasciando dietro di sé attrezzature pesanti al fine di aumentare le possibilità di sopravvivenza.
Secondo quanto riferito da un rapporto del Ministero della Difesa russo, le truppe sono avanzate fino a una profondità di 8,6 km e l’area totale liberata è di 31,75 chilometri quadrati. Tuttavia, quella che per Mosca è un’autentica disfatta nemica, si parla di perdite fino a 1.500 soldati al giorno, per Kiev è una ritirata organizzata. Situata diversi chilometri a nord di Donetsk, Avdeevka è considerata una delle principali roccaforti per le truppe ucraine nel Donbass, nonché uno dei punti chiave di sosta per ripetuti attacchi di artiglieria.
Ma le perdite dell’estenuante battaglia non sarebbero solo ucraine. Secondo quanto riferito a TASS dal consigliere del capo della Repubblica Popolare di Donetsk, Igor Kimakovsky, sulle uniformi di alcuni soldati sarebbero stati rinvenuti cuciti i galloni sia americani che polacchi. Che il conflitto con la Russia non coinvolge solo l’Ucraina lo sanno ormai anche i muri. Lo ha ribadito oggi anche il tenente generale Igor Kirillov, capo delle truppe di protezione nucleare, chimica e biologica delle forze armate russe, secondo il quale Washington e Kiev avrebbero violato gli articoli dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche utilizzando munizioni illegali sul campo di battaglia: nella fattispecie l’utilizzo di droni per lanciare granate con il composto CS; un gas irritante che, oltre a causare ustioni alla pelle, può danneggiare l’apparato respiratorio e, se usato in alte concentrazioni, causare un arresto cardiaco.