di Gionata Chatillard
“Vincitore geopolitico dell’anno”. Così il Wall Street Journal ha definito Vladimir Putin, incoronandolo come grande leader del 2023 per i risultati ottenuti in campo “economico, militare e politico”. A dare le pagelle ci ha pensato l’editorialista Gerald Baker, che ha subito messo le mani avanti dichiarandosi “non lieto” di dover riconoscere il successo del presidente russo, la cui posizione -ammette a suo malincuore- è “incommensurabilmente più forte” oggi di quanto lo fosse un anno fa. La strategia di Putin per affrontare l’Occidente, sintetizza l’articolo, avrebbe infatti “dato i suoi frutti” col tempo.
Quella del Wall Street Journal è quindi un’ennesima ammissione di sconfitta da parte della stampa occidentale, che nelle ultime settimane ha iniziato a fare outing ammettendo sempre più esplicitamente l’impossibilità per Kiev di sconfiggere Mosca. Seppure a scoppio ritardato rispetto alla realtà, anche la narrazione sta quindi cambiando, e quello stesso Putin che fino a poco tempo fa sembrava avere un piede nella fossa viene adesso premiato addirittura come uomo geopolitico dell’anno.
Ad accompagnare il leader del Cremlino sull’altare dei vincitori del 2023 ci sono, fra gli altri, il magnate Elon Musk nella categoria comunicazione, e la cantante Taylor Swift, elevata al titolo di “icona culturale” planetaria. Ma soprattutto c’è l’economia statunitense, che secondo il Wall Street Journal starebbe andando a gonfie vele. Un riconoscimento che sembra apparentemente stridere con quanto affermato in precedenza riguardo a Putin. Il 2023 sarebbe stato, in questo senso, un anno positivo sia per il Cremlino che per la Casa Bianca, nonostante Mosca e Washington si stiano affrontando da quasi 2 anni in una guerra per procura. Un’apparente contraddizione dietro la quale si cela forse la conferma che, con la Guerra in Ucraina, l’unica ad averci realmente rimesso -oltre all’Ucraina stessa- è stata l’Europa.