di Fabio Belli e Jeff Hoffman
“Gli Stati Uniti non stanno ritirando le truppe dalla Siria”, è quanto ha affermato la Vice Segretaria di Stato a stelle e strisce, Victoria Nuland nel commentare la sparatoria avvenuta nella chiesa di Istanbul. La Nuland ci ha tenuto a far sapere che lo Stato islamico è ancora attivo in molti luoghi, “e noi siamo partner da decenni nella lotta contro il terrorismo”, ha avuto l’ardire di dichiarare la Nuland alla CNN, aggiungendo che Stati Uniti e Turchia dovrebbero rafforzare la loro cooperazione anti Isis anche se le due parti “non sempre sono d’accordo su come dovrebbe essere condotta la lotta”.
E a proposito di Turchia, in Germania il partito turco AKP del presidente Recep Tayyip Erdoğan si candiderà alle elezioni europee. È quanto riporta il quotidiano Bild, secondo cui l’affiliata dell’AKP in Germania, l’Alleanza Democratica per la Diversità e il Risveglio, sarebbe composta da quattro candidati precedentemente impegnati nella campagna elettorale di Erdoğan.
Per l’establishment tedesco è l’ennesima frustata dopo il successo incontrollato di AFD e del partito della Wagenknecht.
Secondo l’Ufficio federale di statistica tedesco, attualmente sarebbero 1,3 milioni i cittadini tedeschi con un background migratorio turco, ovvero circa l’1,6% della popolazione tedesca che ora potrebbero essere rappresentati a dovere con la succursale di Erdogan nel cuore dell’Europa.
Intanto a Roma si è concluso il vertice Italia Africa dove è stato discusso il progetto cardine della politica estera del Governo Meloni, il “Piano Mattei” del valore di 5,5 miliardi di euro, con l’obiettivo dichiarato di sviluppare il continente e arginare i flussi migratori. Una strategia tanto cara all’Unione europea testimoniata anche dalla presenza dei vertici di Bruxelles presenti a Palazzo Madama. Tuttavia, la controparte africana non sembra aver accolto il piano calorosamente. Primo su tutti il presidente della Commissione dell’Unione africana, Moussa Faki Mahamat, che, riferendosi al progetto meloniano, ha detto: ” avremmo auspicato essere consultati…non ci accontenteremo di promesse, spesso non mantenute. Ma non siamo mendicanti, la nostra ambizione è più alta”. Il presidente della Repubblica Centrafricana Archange Touadera ha poi addirittura elogiato Mosca tra lo stupore dei presenti: “Vogliamo poter decidere quale cooperazione portare avanti. Abbiamo avuto dei momenti molto difficili e la Russia è stata l’unica ad accettare di difenderci”.
Riuscirà il fu Belpaese a competere con paesi come Cina, Russia e Stati del Golfo, tutti alla ricerca di rafforzare la presenza in Africa, dove si trovano molte delle risorse naturali del mondo?