di Gionata Chatillard
Belgrado e Budapest. Dovrebbero essere queste la seconda e l’ultima tappa del tour europeo di Xi Jinping, che fra 3 settimane, dopo una sosta di un paio di giorni in Francia, volerà probabilmente prima in Serbia e poi in Ungheria. Ad aspettare il presidente cinese, ovviamente, ci saranno i suoi omologhi Aleksandar Vucic e Viktor Orbán, che per motivi diversi si sono guadagnati sul campo il titolo di pecore nere in un Vecchio Continente ormai in stato di decadenza avanzata.
A rivelare le tappe del viaggio di Xi è stata Radio Free Europe, emittente creata dal Congresso degli Stati Uniti che in questo caso ha citato due fonti indipendenti. In attesa di conferme ufficiali da parte di Pechino, è comunque da tempo palese che fra i 3 paesi in questione ci sia qualcosa in più di una semplice cordialità diplomatica. Non a caso, sia la Serbia che l’Ungheria si sono distinte negli ultimi mesi per aver sostenuto la pace in Ucraina remando in direzione ostinata e contraria rispetto a Bruxelles e soci. Normale quindi pensare che fra queste 2 nazioni, la Russia e la Cina possa svilupparsi un vero e proprio asse euroasiatico dai contorni geopolitici, ma in realtà sul tavolo ci sono anche interessi economici molto concreti.
La sponda di Belgrado è preziosa per Pechino soprattutto sul fronte di Taiwan. Vucic, che nell’ex Formosa vede riflessa l’immagine del Kosovo, ha detto chiaro e tondo che l’isola asiatica è parte della Cina, senza se e senza ma. Il Governo serbo ha poi dichiarato che i rapporti con Mosca e Pechino sono per il paese slavo un “interesse vitale”. Si aggiunga a questo il fatto che Belgrado sta facendo sempre più affidamento sulla Cina per quanto riguarda gli acquisti di armi. Uno schema che la Repubblica Popolare vorrebbe replicare anche con l’Ungheria, a cui ha già offerto un accordo in materia di Sicurezza.
L’ultima volta che Xi e Orbán si sono incontrati è stata lo scorso ottobre, quando il presidente magiaro è stato l’unico leader dell’Unione Europea a partecipare al 3º forum internazionale della Via della Seta. Budapest sottoscrisse allora una decina di accordi economici con Pechino, a cui si è aggiunto, lo scorso dicembre, quello sulle auto elettriche, con il produttore BYD che a breve dovrebbe costruire una fabbrica proprio in Ungheria. Altre aziende del gigante asiatico hanno già investito nel paese europeo nel settore delle batterie elettriche. Senza dimenticare che, nel lontano 2014, la Cina aveva già annunciato un progetto per costruire una ferrovia a doppio binario per collegare -come non poteva essere altrimenti- Budapest a Belgrado.