di Fabio Belli
Si è concluso a Cuba il tour latino americano del ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov che, dopo un colloquio approfondito con il Presidente, Miguel Diaz-Canel, e il Generale dell’Esercito, ha tenuto trattative con il suo omologo Bruno Rodriguez.
Dopo il consueto incontro tra le due delegazioni, il capo della diplomazia russa ha tenuto una conferenza stampa, durante la quale ha ringraziato la leadership cubana per aver da sempre avuto un approccio di comprensione verso la politica russa e, in particolar modo, verso l’operazione speciale in Ucraina. “Abbiamo confermato la nostra reciproca solidarietà con la comunità internazionale nei confronti dei tentativi degli Stati Uniti e dell’Occidente collettivo di imporre il loro dominio sull’arena internazionale”, ha detto Lavrov, sottolineando ancora una volta il modus operandi di Washington negli affari internazionali, basato sul ricatto, le minacce e la dittatura.
Per questo il ministro russo si è detto impegnato con Cuba a contrastare questa egemonia mirando a costruire un ordine internazionale basato sulla giustizia e l’uguaglianza sovrana degli Stati. “Tutti capiscono che gli Stati Uniti hanno iniziato una crociata contro la Russia, i suoi legittimi interessi, la sua cultura e le sue tradizioni. Hanno scelto il regime nazista di Kiev come trampolino di lancio, riempiendolo di armi”, ha detto il capo della diplomazia russa che, nel rispondere ad una domanda dei giornalisti non ha escluso categoricamente il ripristino di basi russe nell’isola caraibica.
“La nostra cooperazione militare con Cuba si sta sviluppando con successo. Le forme di questa cooperazione attualmente sono soddisfacenti per entrambe le parti”, ha detto Lavrov sottolineando come la nuova politica estera di Mosca si basi su decisioni reciprocamente vantaggiose senza dare sfogo ad alcuna coercizione.
Il ministro degli Esteri russo ha poi concluso menzionando la proposta del presidente brasiliano, Inácio Lula da Silva, sull’istituzione di una moneta collettiva per i BRICS alla quale i Paesi aderenti intendono lavorare al più presto.
Il mondo multipolare ha il vento in poppa.