di Fabio Belli
La Duma di stato russa, in sessione plenaria odierna, ha adottato in prima lettura un disegno di legge che consente a qualsiasi organizzazione straniera di essere riconosciuta come indesiderabile sul territorio russo. Il progetto di legge inasprisce le sanzioni e le pene e riconosce come indesiderate non solo le organizzazioni non governative, ma anche quelle straniere e internazionali i cui fondatori o partecipanti sono agenzie governative straniere.
Nel frattempo, Il Dipartimento di Stato statunitense ha consentito la fornitura di armi al battaglione ucraino Azov sostenendo di non aver trovato “nessuna prova” di abusi sui diritti umani commessi dai militanti. Perfino la Anti-Defamation League, con sede negli Stati Uniti, aveva elencato la brigata Azov nel 2019 come un “gruppo estremista ucraino” con legami con l’organizzazione neonazista Atomwaffen con sede negli Stati Uniti, oltre a un precedente rapporto delle Nazioni Unite che attribuiva al battaglione atti di saccheggio di massa in tutto il Donbass e bombardamenti indiscriminati nellearee residenziali.
Il tutto mentre il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, si è detto fiducioso che al prossimo vertice dell’Alleanza a Washington si deciderà di trasferire dagli Stati Uniti alla NATO il coordinamento di tutte le forniture militari all’Ucraina. Stoltenberg ne ha approfittato anche per battere cassa sollecitando i membri dell’Alleanza a non ridurre il volume dell’assistenza a Kiev. Forse per dare un segnale alla lobby delle armi visto che il capo della società di armamenti tedesca, Rheinmetall, ha sostanzialmente affermato che se non vi saranno ulteriori apporti al budget, le scorte delle armi occidentali in Ucraina dureranno dai 6 ai 12 mesi.
Non a caso, alla presenza del Ministro delle Industrie Strategiche ucraino, Oleksandr Kamyshin, oggi Rheinmetall ha ufficialmente aperto i battenti del suo stabilimento nella parte occidentale dell’Ucraina: si chiamerà Rheinmetall Ukrainian Defense Industry LLC.