di Gionata Chatillard
Mentre il dollaro continua a perdere terreno come moneta di riferimento per il commercio globale, il Fondo Monetario Internazionale sta già pensando a un’alternativa che consenta di continuare a centralizzare le transazioni transfrontaliere. A rivelarlo è stato il volto visibile dell’FMI, Kristalina Georgieva, che in una conferenza a Rabat ha spiegato come l’istituzione che presiede stia lavorando alacremente per creare una piattaforma in grado di consentire l’interoperabilità dei pagamenti a livello mondiale.
L’obiettivo del Fondo Monetario è implementare uno strumento in grado di connettere le nuove monete digitali su cui sempre più paesi stanno puntando con forza. Una piattaforma comune in grado di centralizzare le rimesse internazionali, riempiendo un vuoto che altrimenti sarebbe probabilmente colmato dalle criptovalute, ovvero da monete capaci di sfuggire al controllo delle banche centrali. Monete che, secondo l’FMI, sarebbero in gran parte “speculative”.
Per rendere appetibile la svolta centralizzatrice, Georgieva ha assicurato che la nuova piattaforma avvantaggerà gli utenti sia privati che istituzionali grazie a commissioni basse e tempi di transazione particolarmente rapidi. “Una parte dei 45 miliardi di dollari pagati ogni anno ai fornitori di rimesse potrebbe così tornare nelle tasche dei poveri”, ha dichiarato la direttrice operativa dell’FMI, convinta che oggi più che mai sia necessario trovare un nuovo standard per “rendere i sistemi di pagamento più resilienti ed efficienti”, ma anche per permettere alle banche centrali di intervenire con maggior forza sui mercati. E quindi, in sostanza, per poter controllare con un solo strumento -e grazie a un unico registro- tutte le transazioni economiche effettuate a livello globale.