di Fabio Belli
Israele avrebbe segretamente formulato un piano per il dopoguerra a Gaza e lo avrebbe presentato agli Stati Uniti per raggiungere una soluzione in Medio Oriente.
Il piano, reso noto dal quotidiano israeliano Maariv, prevede l’istituzione di un governo militare israeliano temporaneo al cessare delle ostilità nell’enclave palestinese, con il coinvolgimento di paesi arabi come Marocco, Emirati e Arabia Saudita che dovrebbero supportare la costituzione di una “nuova autorità palestinese” e nuove riforme in Cisgiordania.
Il coinvolgimento di Abu Dhabi, che ha già raggiunto la sponda Brics, e di Riyad in rottura con l’Occidente, sembrerebbe essere il vero obiettivo di Tel Aviv e di Washington. Il presunto piano potrebbe dunque snobbare la questione palestinese e focalizzarsi piuttosto sulla riconquista economica degli ex alleati del Golfo ormai con lo sguardo verso Levante dove oggi si è tenuta a Mosca la prima riunione degli sherpa dei paesi BRICS del 2024.
All’incontro è intervenuto il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, che ha sottolineato come l’espansione del blocco non ha alcuno scopo di creare una dittatura della maggioranza internazionale.
“La Russia vede i BRICS come la roccaforte di un mondo multipolare, che gli stati promuovono in nome di uno sviluppo armonioso per tutti”, ha detto il capo della diplomazia russa che ha ancora una volta aspramente criticato il modus operandi occidentale additando il dollaro e i prestiti delle istituzioni finanziarie usati, a suo dire, come strumenti di coercizione.
Critiche sono state rivolte anche alle sanzioni che, secondo Lavrov, minano le catene di produzione e di fornitura e le prospettive di sviluppo soprattutto nei paesi dell’Asia, dell’Africa e dell’America Latina”.
Per quanto riguarda il Medio Oriente, Lavrov ha ribadito l’esistenza di un rischio reale di destabilizzazione.
Sempre in Russia, ma a San Pietroburgo, è intervenuto il presidente russo, Vladimir Putin che, in un incontro con i commissari elettorali, ha ribadito come Mosca non dimenticherà i crimini di Kiev contro i cittadini russi. Riguardo all’abbattimento dell’Il-76, con a bordo i prigionieri di guerra ucraini, il capo del Cremlino ha affermato senza mezzi termini che l’aereo è stato abbattuto dal sistema Patriot americano. “Questo è già stato stabilito con certezza in una perizia da parte di esperti”, ha detto Putin. “Perché hanno fatto questo? Non lo so. Non capisco. Posso ancora immaginare perché stanno bombardando città pacifiche. Ci sono diversi obiettivi: distogliere l’attenzione della loro stessa popolazione e dei loro sponsor dai fallimenti della cosiddetta controffensiva”, ha continuato Putin, accusando Kiev di provocare la Russia. Provocazioni che, a detta di Putin, non fermeranno gli scambi di prigionieri con la controparte ucraina.