di Fabio Belli
Nella tarda serata di ieri, 22 gennaio, bombardieri americani e britannici hanno colpito nuovamente le installazioni Houthi nello Yemen. Lo ha riferito il Comando Centrale degli Stati Uniti secondo cui a essere presi di mira sarebbero stati 8 obiettivi strategici, tra cui depositi di sistemi missilistici, di difesa aerea, radar e armi sia nella capitale Sana’a, dove sono state udite esplosioni vicino all’aeroporto, che in altre località yemenite. Sì tratterebbe della maggiore offensiva, nella zona, da parte dell’Impero del male anglo britannico che ha avuto il supporto anche di Australia, Bahrein, Canada e Olanda.
Mohammed al-Bukhaiti, membro dell’ufficio politico del movimento degli Houthi, Ansarullah, ha affermato che non importa quanto aggressivamente si possa bombardare lo Yemen, “i nostri attacchi andranno avanti finché persisteranno le atrocità e il genocidio a Gaza”. Mentre il membro anziano del consiglio politico supremo yemenita, Mohammed Ali al-Houthi, ha detto che gli ultimi attacchi anglo-americani non scoraggeranno lo Yemen dal sostenere i palestinesi. Americani e britannici”, ha proseguito al-Houthi, “dovrebbero rendersi conto che stiamo reagendo e che il termine ‘resa’ non esiste nel nostro lessico”. Il leader yemenita, durante un’intervista, ha anche precisato di non considerare l’Italia un Paese ostile, a meno che non partecipi all’aggressione diretta contro lo Yemen, in tal caso, come per tutti i paesi, “le loro flotte e i loro interessi saranno un obiettivo legittimo delle nostre forze armate ovunque potremo raggiungerli”, ha precisato il leader.
Precedentemente le unità navali del paese avevano colpito l’imbarcazione mercantile militare americana Ocean Jazz nel Golfo di Aden con diversi missili.
Intanto, mentre oggi l’alleanza denominata Resistenza Islamica in Iraq ha attaccato il porto israeliano di Ashdod, sulla costa mediterranea, l’esercito iraniano fa bella mostra di droni prodotti dall’industria della difesa del paese che entrano ufficialmente in dotazione dell’esercito.
Una dotazione composta da velivoli strategici per missioni di ricognizione, raccolta di informazioni, sorveglianza, guerra elettronica e missioni di combattimento, nonché droni per l’utilizzo a lungo raggio.
E lo scenario bellico continua.