di Fabio Belli
Un’enorme esplosione si è verificata in Iran, verso le 1:00 ora locale, tra le città di Shahrekord e Borujen. L’attacco ha preso di mira il gasdotto 65, considerato il principale del Paese. L’esplosione e le sue conseguenze sono state così imponenti da essere visibili da una distanza di 60 km.
Il tratto di gasdotto interessato fa parte dell’arteria principale che trasporta il gas naturale dalle raffinerie del Golfo Persico verso le principali città tra cui Teheran, Esfahan e Qom.
Secondo la prima ricostruzione della compagnia di bandiera National Iran Gas Company, si sarebbe trattato inequivocabilmente di attacco terroristico:
nel dettaglio due distinti “atti di sabotaggio”.
Successivamente, il direttore del dispacciamento, Saeed Aghili, ha dichiarato che l’incendio è stato domato e che non vi sono conseguenze per la rete del gas iraniana.
Sempre l’Iran ha pubblicato un video in cui un modello della base aerea israeliana di Palmachim, che ospita F-35, viene colpita via terra e via mare con missili balistici di precisione. Contemporaneamente il Maggiore Generale iraniano Hossein Salami rendeva noti i grandi progetti della Repubblica Islamica in materia di guerra a distanza. “Abbiamo una potenza navale senza pari. I missili e le navi iraniane sono dotati di tecnologie di intelligenza artificiale estremamente precise. Oggi possiamo spostarci da Bushehr alle coste americane”, ha concluso il generale durante una cerimonia.
Intanto l’esercito israeliano ha lanciato nuovi attacchi sul Libano con aerei da combattimento nella provincia meridionale di Nabatiyeh. La protezione civile libanese ha affermato che almeno quattro persone sono state uccise e 11 ferite in due raid sulle città di Souaneh e Adshit.
Nel fu Belpaese, in congruità con l’articolo 11 della Costituzione, alle commissioni competenti di Camera e Senato è stato presentato un disegno di legge che intende approvare il programma per l’acquisizione del carro armato Leopard 2A8 da parte dell’esercito italiano. Il programma, della durata complessiva di 14 anni e del valore di 8,25 miliardi di euro già finanziato per quasi la metà, prevede l’acquisizione di 132 unità nella versione da combattimento e 140 in quella speciale. L’unica buona notizia, si fa per dire, è che il carro armato sarà prodotto in Italia a La Spezia, fra i partner coinvolti figurano Leonardo e Rheinmetall.
E l’economia di guerra è servita.