di Jeff Hoffman
La società Leonardo DRS, con sede fiscale nel New Jersey, braccio armato della Leonardo SPA, ha ottenuto una commessa di 3 miliardi di dollari dalla marina statunitense e dalla General Dynamics Electric Boat per la fornitura di sistemi integrati di propulsione elettrica per sottomarini a propulsione nucleare della classe Columbia.
Stando ai documenti della Marina a stelle e strisce i futuri sottomarini nucleari Columbia sostituiranno l’attuale flotta della classe Ohio e saranno i più grandi navigli sommergibili mai costruiti. Si parla di 170 metri di lunghezza per poco meno di 21.000 tonnellate che trasporteranno, secondo il Pentagono, più o meno il 70% delle testate nucleari operative della nazione.
Nello specifico ogni sottomarino sarà armato con 16 missili balistici intercontinentali Trident in grado di trasportare, singolarmente, fino a 14 “veicoli di rientro per selezionare bersagli in modo indipendente” con testate termonucleari del tipo W76 o W88 e potenze, rispettivamente, di 100 e 475 kilotoni.
I sommergibili utilizzeranno un reattore nucleare per generare l’energia che alimenterà il motore di propulsione elettrica realizzato da Leonardo DRS che, nello stato della Carolina del sud costruirà un impianto volto alla produzione, all’assemblaggio e ai test di sperimentazione, con un investimento netto di 120 milioni di dollari.
Come ovvio, l’italiana Leonardo SPA non ha voce in capitolo sulle scelte della consociata Leonardo DRS ma, guarda caso, ne gestisce le quotazioni e la parte finanziaria.
Inoltre, emerge che nell’operazione è coinvolta anche la società israeliana Rada Electronic Industries che, dopo la fusione con Leonardo DRS, è stata automaticamente quotata nella borsa di Tel Aviv e fra i titoli Nasdaq di Wall Street.
Da Leonardo Da Vinci a Leonardo da Tel Aviv, quindi, il passo verso la guerra termo nucleare è stato rapido e silente.