di Elisa Angelone
Ha ricevuto il via libera dal Parlamento il progetto di legge del governo lettone volto ad accelerare la costruzione del campo di addestramento militare di Sēlija, nella regione della Selonia. Si tratterebbe, nello specifico, di un ampio poligono e di una base militare di circa 24mila ettari che possano accogliere nei prossimi anni le forze alleate della NATO. Un progetto, questo, approvato dal governo della Lettonia la scorsa estate con l’obiettivo di “rafforzare la sicurezza del Paese” e la cui “urgenza” ha fatto sì che le autorità lettoni lo abbiano classificato come oggetto di interesse nazionale. Motivo per cui il Ministero della Difesa lettone ha ora il diritto di avviare la costruzione della maxi infrastruttura senza il consenso dei proprietari dei terreni che, per forza di cose, saranno interessati dal progetto loro malgrado. Si tratterebbe di circa 2.000 cittadini le cui proprietà saranno quindi presto espropriate per dichiarate “esigenze pubbliche”, ovvero per la necessità di Riga di confermarsi, come i suoi vicini Baltici, letteralmente in prima linea sul fronte atlantista.
Dalla stampa lettone si apprende come le autorità della Lettonia abbiano previsto delle indennità per compensare i danni subiti dai cittadini interessati, la cui entità -si legge- sarà determinata dal Ministero della Difesa in conformità con la legge civile.
Non è chiaro che ne sarà dei cittadini lettoni che rimarranno senza immobili, ma per il governo è certo che il nuovo campo di addestramento non solo garantirà il rafforzamento della sicurezza regionale e nazionale, ma contribuirà anche allo sviluppo dell’economia del Paese, creando nuovi posti di lavoro. La guerra, insomma, è sempre un’opportunità.