di Elisa Angelone
Il discorso di oggi di Vladimir Putin in occasione della Giornata della Vittoria è stato molto seguito anche dall’altro lato della nuova cortina di ferro, dove si celebrava la Giornata dell’Europa.
L’intervento del presidente russo è stato definito dal quotidiano tedesco Bild un “rozzo discorso di guerra”, intriso di “bugie perverse”. Per i media occidentali, dei quali Bild è un esempio fra tanti, è infatti la Russia ad aver scatenato senza motivo la guerra contro l’Ucraina, baluardo di democrazia vittima delle ambizioni dittatoriali di Vladimir Putin, che minaccerebbero anche Polonia, Gran Bretagna e Germania. Germania che, pur essendo portatrice di una significativa responsabilità nella Seconda guerra mondiale, oggi pare essersi piegata in tutto e per tutto ai diktat guerrafondai di oltreoceano, abbandonando la propria politica estera antimilitarista contro i propri stessi interessi. Oggi a Berlino il corteo del Reggimento Immortale diretto al memoriale sovietico a Tiergarten è stato più volte fermato dalla polizia, che ricordava ai partecipanti il divieto di indossare bandiere e simboli russi.
Non pochi, poi, i commenti sui media che definiscono “imbarazzante” la parata militare russa, sottolineando con particolare enfasi l’assenza della sfilata aerea.
Nel frattempo, il cancelliere Olaf Scholz, intervenendo al Parlamento europeo, ha dichiarato che l’Unione Europea “non si farà intimidire dalla dimostrazione di forza della Russia sulla Piazza Rossa” e ha esortato tutti a “rimanere fermi nel sostegno all’Ucraina, finché sarà necessario”. Ucraina che, per la sua ricostruzione, necessiterà, secondo Scholz, di “capitale politico e finanziario a lungo termine”.
Per il Cancelliere tedesco, per prepararsi al futuro, l’Europa deve cambiare. Serve un’Europa allargata e aperta alla cooperazione con il Sud globale, perché -anche Scholz lo ammette- “il futuro è multipolare”.
E’ probabile che il Cancelliere alluda alla proposta di riformare il sistema decisionale comunitario, in modo che le decisioni sulla sicurezza e la politica estera dell’Unione non debbano più essere approvate all’unanimità, bensì siano prese a maggioranza.
L’Europa, dimentica del passato e guidata ormai dai più giovani stati membri dell’Est, sta rincorrendo il nuovo mondo – un mondo che accelera sempre di più, lasciandola indietro.