di Fabio Belli
Milioni di persone hanno preso parte all’imponente corteo funebre per il presidente iraniano Ebrahim Raisi e i suoi compagni morti nel tragico incidente in elicottero avvenuto domenica scorsa.
La cerimonia, iniziata stamani, ha richiamato una folla numerosa di persone in lutto che hanno marciato accanto alle bare, drappeggiate con la bandiera nazionale iraniana, nella città nordoccidentale di Tabriz. Un altro corteo funebre si terrà stasera nella città centro-settentrionale di Qom.
Le salme saranno poi trasferite mercoledì nella capitale Teheran per i funerali.
Siria, Libano, Iraq, India, Pakistan, Tagikistan, Turchia, Cuba e Sri Lanka hanno annunciato il lutto nazionale nei rispettivi paesi.
Intanto il segretario del Consiglio di sicurezza russo Sergei Shoigu ha annunciato la disponibilità di Mosca per aiutare a indagare sulle cause dell’incidente in cui ha perso la vita Raisi e il suo entourage.
Nel frattempo, le ostilità e le tensioni continuano. Il portavoce delle forze armate yemenite, Yahya Saree, ha affermato che le unità di difesa aerea del paese hanno abbattuto con successo un drone americano MQ-9 Reaper mentre conduceva attività ostili nello spazio aereo sopra la provincia centrale di Bayda.
I soliti colpi di coda che si verificano in altra forma anche nel Vecchio Continente, con Bruxelles che sembra portare avanti la brillante idea di utilizzare i proventi dei beni russi congelati per aiutare l’Ucraina. A renderlo noto è il ministro degli Esteri ceco Jan Lipavsky, secondo cui l’introito annuo derivante da questi fondi sarà di circa 3 miliardi di dollari, il 90% dei quali sarà destinato al comparto militare di Kiev.