di Gionata Chatillard
È iniziato il tour latinoamericano di Ebrahim Raisi. Accompagnato da una delegazione di alto rango, il presidente iraniano è atterrato ieri in Venezuela, da dove proseguirà poi alla volta del Nicaragua e di Cuba. Paesi, questi, con cui la Repubblica Islamica firmerà diversi accordi di cooperazione economica per puntellare quella che nei fatti è già un’alleanza di tenore geopolitico. “Con Caracas, Managua e L’Avana abbiamo in comune l’opposizione all’uniltarealismo”, ha infatti dichiarato Raisi, alludendo al ruolo egemonico di Washington sullo scacchiere internazionale. Non a caso, sia l’Iran che i suoi 3 partner latinoamericani sono stati negli ultimi anni oggetto di pesanti sanzioni da parte degli Stati Uniti e, in alcuni casi, anche dell’Unione Europea.
Nella tappa di Caracas, Raisi ha firmato con il suo omologo Nicolás Maduro una ventina di accordi, spaziando dal settore petrolchimico a quello delle comunicazioni, e mettendo in cantiere, fra le altre cose, la costruzione in comune di una compagnia di navigazione e di un centro per l’innovazione tecnologica. Il tutto per incentivare un commercio bilaterale che dai 600 milioni di dollari di 2 anni fa è già passato ai 3.000 attuali, con l’obiettivo però di arrivare a 20.000 nel medio termine.
Durante la firma degli accordi, Raisi ha sottolineato come Teheran e Caracas abbiano un “nemico comune” che continua a remare contro la loro indipendenza. “Il nostro rapporto con il Venezuela non è un rapporto normale, ma è un rapporto strategico, che ci rende amici nei momenti difficili”, ha spiegato il presidente iraniano, lasciando intendere che è stata proprio l’ostilità di Washington nei loro confronti a fare andare a braccetto i 2 paesi.
Da parte sua, Maduro, dopo aver insignito il suo ospite con l’Ordine dei Liberatori del Venezuela, ha dichiarato che Teheran è oggi un solido punto di riferimento per tutte le nazioni che tengono alla propria indipendenza. “Dopo 900 sanzioni e aggressioni imperiali”, ha detto il leader del paese sudamericano, “ci protendiamo adesso verso l’Iran per contribuire alla costruzione di un mondo nuovo, dove regni l’uguaglianza e dove l’umanità sia veramente umana”.