Di Margherita Furlan
Ieri vi abbiamo dato notizia che l’Italia sta trasferendo su rotaia all’Ucraina circa 20 obici di artiglieria. La donazione a Kiev, di un valore stimato di 30 milioni di euro, comprenderebbe anche la formazione del personale ucraino e la fornitura di pezzi di ricambio. Con buona pace della Sanità italiana o di quel che ne è rimasto. Gli M109 filmati a Udine, avvistati in Repubblica Ceca, sono arrivati in Polonia, nuovo padrone d’Europa, da dove verranno trasferiti in Ucraina. Oggi vi diamo un’altra notizia. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha annunciato che per la prima volta il mese prossimo arriverà in Giappone una fregata italiana, la Morosini, che “a Yokohama porterà il messaggio politico della presenza italiana”. Quale messaggio può portare un Paese come l’Italia che nella sua carta costituzionale ripudia la guerra come metodo di risoluzione delle controversie internazionali al primo paese bombardato con la bomba atomica dagli Stati Uniti? “L’Indo-Pacifico è molto importante per l’Italia e il Giappone è cruciale per la sicurezza di questa regione”, ha precisato Tajani.
Ora, quando si alza la tensione su Taiwan, e il Giappone si arma, sarà finalmente chiaro che la crisi ucraina non è stata voluta e creata da Washington solo per la libertà – e qui intendiamo non quella degli ucraini, ma del Pentagono di impadronirsi della Russia. L’obiettivo era ed è invece molto vasto. Era ed è la leadership globale, prepararsi al grande scontro che già si delinea all’orizzonte contro la Cina. Dopo aver liquidato l’Europa ed averla resa un’unica grande portaerei governata dai maggiordomi più disponibili a essere annientati, dalla rabbia dei popoli e dalla possibile difesa militare delle grandi potenze rimaste a sorvegliare il pianeta.